Alice Neri, svolta vicina? Dna sulla tanica d’olio compatibile con Gaaloul: "Ma è presto per dirlo"

Ris al lavoro, indiscrezioni: "Altissima probabilità, test ripetuti tre volte". Ma il legale del tunisino: "Le tracce sono degradate, serve altro tempo". La genetista Baldi: "Non si può escludere, ma nessuna certezza"

Modena, 29 maggio 2023 – Ci sarebbero tracce di dna compatibili con quello di Mohamed Gaaloul, il tunisino in carcere dal giorno del suo arresto in Francia, sulla tanica di olio esausto trovata a pochi metri dal luogo in cui Alice Neri è stata data alle fiamme nella sua auto, nelle campagne di Concordia. E’ quello che sembra emergere dalle analisi effettuate dei carabinieri del Ris, che hanno passato sotto la lente numerosi reperti recuperati sulla scena del crimine. La tanica potrebbe rappresentare una svolta in questo complicato caso: gli inquirenti ipotizzano, infatti, che il liquido sia stato utilizzato per alimentare il rogo, nel tentativo di nascondere l’accaduto. Il contenitore sarebbe poi stato lasciato nei pressi di una roulotte, poco lontano. E se fosse davvero quello di Gaaloul il dna individuato sul manico, questa diventerebbe la prova più importante a suo carico.

Alice Neri, la 32enne uccisa a Concordia il 18 novembre scorso
Alice Neri, la 32enne uccisa a Concordia il 18 novembre scorso

Sul valore dei risultati, però, si è subito scatenata una ‘guerra’ di interpretazioni. Da una parte, infatti, c’è chi sottolinea la altissima attendibilità di quanto emerso: i test sarebbero stati ripetuti per ben tre volte in punti diversi del manico per ridurre al minimo le possibilità di errore. Dall’altra ci sono alcuni avvocati e periti che si stanno occupando del caso che sostengono invece che si sia corso troppo: "La propagazione di notizie non fondate su dati certi e documentati – dichiara il difensore di Gaaloul Roberto Ghini – è uno sporco gioco sulla pelle di una persona ristretta in carcere".

Invita alla calma anche la genetista forense Marina Baldi, consulente di parte nominata dall’avvocato Ghini: "Ci sono situazioni in fase di valutazione – argomenta – È stato individuato un profilo in una piccola parte del manico della tanica che era sul luogo del delitto. Qui vi sono dei marcatori che sono compresi anche nel profilo genetico di Gaaloul, ma sono da valutare con un’analisi bio statistica, in corso. E’ evidente che non può essere escluso che questo dna sia il suo, ma è ben diverso dall’attribuirlo con certezza a Gaaloul".

Una versione che contrasta fortemente che chi, invece, si dice praticamente certo del collegamento con la catena genetica del tunisino agli arresti. Forte dei tre esami effettuati e di percentuali di compatibilità che sembrerebbero molto elevate. Solo il tempo potrà fare chiarezza, una volta che il risultato delle perizie sarà formalmente depositato.

La tanica non è l’unico reperto che è stato analizzato. Il dna di Gaaloul è stato riscontrato anche su una sigaretta elettronica trovata sempre sul luogo del rogo. C’è il codice genetico di Alice Neri sul borsello di Mohamed, in particolare sulla bretella e nella parte interna. E nel borsello sarebbero state trovate anche tracce di cocaina. Le perizie effettuate sui capelli della ragazza, invece, avrebbero rivelato che la giovane non faceva uso di sostanze stupefacenti. Infine il reggiseno, repertato in una seconda fase delle indagini. Sulla spallina ci sarebbero due dna: uno – probabilmente – è di un carabiniere che ha svolto le indagini, l’altro sarebbe di uno sconosciuto, certamente non Gaaloul. "La spallina del reggiseno – dice Katia Sartori, consulente per il marito di Alice, Nicholas Negrini – è un reperto molto importante. Vista la posizione in cui è stata ritrovata, si può verosimilmente immaginare che Alice sia stata aggredita e che quindi quella traccia di dna oggi ancora ignota sia la firma del suo assassino".