
Il consigliere regionale: "Considero sbagliato criticare gli investimenti". Fogli: "Tra quattro anni dobbiamo esprimere un nostro candidato sindaco" .
Diego Lenzini è stato ufficialmente eletto segretario cittadino del Partito Democratico. All’ex macello dove è in corso la Festa dell’Unità ha ricevuto l’investitura del 98 per cento dell’assemblea di giovedì sera (77 votanti su 86 aventi diritto, un solo voto contrario) dopo aver raccolto 400 firme a suo sostegno. Presidente dell’assemblea cittadina del Pd è stato nominato invece Fabio Poggi, mentre Stefano Manicardi è confermato tesoriere.
Al di là dell’annunciatissima elezione di Lenzini, l’assemblea del Pd è diventata l’occasione per un serrato dibattito interno. L’ex sindaco Gian Carlo Muzzarelli per esempio l’ha scelta come sede per rispondere al sindaco Massimo Mezzetti (tra l’altro presente all’assembla) sui ‘contenitori senza contenuto’ di cui aveva parlato nel bilancio del primo anno amministrativo, ex Fonderie in primis. Mezzetti nei giorni scorsi aveva detto in sostanza che è vero che c’è stato un recupero di grandi contenitori della città, ma la corsa per accedere ai fondi del Pnrr ha messo in secondo piano la programmazione su cosa farci dentro. "Considero sbagliato criticare l’impegno per le risorse che sono state trovate – ha replicato giovedì Muzzarelli a distanza di qualche giorno – per completare gli investimenti che diventeranno luoghi di attrattività e di opportunità per la nostra comunità". Anche su Modena civica, in rotta totale con l’attuale primo cittadino, l’ex sindaco ha bacchettato Mezzetti sottolineando come "sta al Pd rafforzare l’alleanza e ricucire ricordando che il rappresentante di Modena civica (Vincenzo Paldino ndr) è il riferimento della lista del presidente de Pascale in Regione". Muzzarelli ha colto infine l’occasione per complimentarsi con il Pd per il no al taser, "strumento che uccide": pure in questo caso qualcuno l’ha letta come una critica tutt’altro che velata all’attuale primo cittadino, che invece non lo considera un tabù.
Rilevante la riflessione della segretaria uscente Federica Venturelli che, dopo aver ripercorso il suo mandato indicando gli obiettivi e i risultati raggiunti - "nelle elezioni amministrative e regionali abbiamo ottenuto il 42 e il 49%, abbiamo organizzato in questi anni come segreteria 85 incontri con stakeholder, forze sociali, sindacali e imprenditoriali" – , si è tolta più di qualche sassolino dalla scarpa a proposito degli "attacchi diretti, velati, pubblici che ho subito da alcuni compagni di partito" nell’ultimo anno. "Sono profondamente convinta – è il tema non è personale, ma politico – che se avessi avuto una decina di anni in più e mi fossi chiamata Federico gli atteggiamenti sarebbero stati diversi. Penso che nel partito che vogliamo le relazioni tra di noi e fuori di noi, devono essere più sane, più rispettose delle pluralità e delle diversità, se vogliamo che in questo partito partecipino non solo uomini over 40, ma anche donne giovani, queer, seconde generazioni, eccetera. Un partito dove ci si possa sentire a casa".
Così come non è passato inosservato l’intervento di Sandro Fogli, militante ed ex sindaco di Bastiglia, laddove facendo riferimento a un difetto di leadership e di formazione della classe dirigente nel partito, ha ricordato il sostegno "alla candidatura dell’attuale sindaco di Modena: persona giustamente stimata e indiscutibilmente di sinistra, ma (dichiaratamente e orgogliosamente) non appartenente al Pd. La scelta è maturata in un percorso ben definito ma tardivo, stanti le incertezze legate all’ammissibilità del ‘terzo mandato’, e basato su un patto fra gentiluomini che è stato prontamente disatteso". Conviene quindi, secondo Fogli, "prepararsi bene per il futuro: è impensabile che alla prossima scadenza elettorale il Pd di Modena non sia in grado di esprimere un proprio candidato sindaco a prescindere dalle intenzioni del sindaco in carica".