Suicidio di Soliera, moglie e suocero gravissimi: il Ris nella casa della mattanza

Si cercano elementi per capire cosa abbia spinto Paolo Soncin al duplice tentato omicidio. Paese sotto choc

Paolo Soncin e la villetta dell'orrore di Soliera

Paolo Soncin e la villetta dell'orrore di Soliera

Soliera (Modena), 19 gennaio 2023 – Sono appese a un filo le vite dei feriti della ‘mattanza’ di Soliera. Le condizioni della donna, 67 anni e del padre, 85 ieri risultavano stabili ma pur sempre gravissime. La 67enne è stata sottoposta ad un delicato intervento chirurgico per cercare di ridurre l’ematoma alla testa.

Intanto ieri l’amarezza, a Soliera, era tanta ma soprattutto le domande a cui ancora nessuno sa fornire risposta. Cosa ha spinto un marito e padre di famiglia, Paolo Soncin, 68 anni - una vita da operaio e ora in pensione - a colpire a martellate la moglie e poi il suocero con una tale brutalità? L’abitazione presenta ‘segni’ di collutazione: probabilmente le vittime hanno cercato di sfuggire alla furia omicida del pensionato. L’uomo, dopo aver lasciato i due familiari a terra, in un lago di sangue al piano superiore della villetta in via Marconi si è tolto la vita nella vicina rimessa.

Ieri mattina i carabinieri della scientifica sono tornati sul posto per ricostruire la dinamica dell’ennesima tragedia familiare a cui assiste la nostra provincia. I militari hanno cercato anche eventuali elementi che possano quanto meno fornire una spiegazione a quanto accaduto intorno a mezzogiorno di martedì mattina, quando la famiglia aveva già apparecchiato la tavola forse per consumare insieme, come ogni giorno, il pranzo. Pare che tra i coniugi e tra Soncin e il suocero i rapporti fossero tesi da tempo ma nulla di così ‘grave’ che potesse far presagire un gesto tanto crudele ed estremo.

Forse solo padre e figlia, se e quando si risveglieranno dal coma, potranno fornire risposte a quanto accaduto tra le mura della villetta. "Posso solo dire che lo zio è sempre stato un bravo padre e un buon uomo. Chi di dovere farà luce a quanto è accaduto", spiega una nipote del pensionato, sconvolta per l’accaduto.

Intanto nella zona residenziale di Soliera c’è un silenzio spettrale. Un’atmosfera quasi irreale: tapparelle abbassate in quasi tutte le abitazioni, le strade deserte, i vicini restii a parlare. Un gelo pesante. La coppia che abita nella stessa casa esce di fretta per andare al lavoro, entra in macchina. Un altro vicino scende da un furgone, sale su un’auto rossa, "sono in ritardo devo andare al lavoro".

Da una parte la vita che, necessariamente, deve continuare con il suo ritmo e le sue abitudini, dall’altro la vita che si è fermata in quella villetta, al secondo piano, e al piano terra, nella rimessa annessa al garage dove Paolo Soncin si è volto la vita. Rimessa sulla quale ora compare un foglio bianco con la scritta ‘Locale sottoposto a sequestro penale’. Il silenzio del quartiere è interrotto dalle macchine dei Carabinieri, tornati per ulteriori sopralluoghi.

Il rumore delle ruotine del trolley della scientifica, le finestre che vengono aperte per fare entrare la luce. Un vicino cammina con il cane, ma accelera il passo. Dopo l’incredulità, la curiosità, lo sconcerto, pare essere sceso un senso di doveroso rispetto verso quello che è accaduto nella casa gialla. "Li vedevamo passeggiare ogni tanto – ricorda una vicina affacciandosi al balcone –. Una coppia molto riservata, non si andava oltre il ‘buongiorno’ e ‘buonasera’. Non erano come noi che invece ci fermiamo sempre a chiacchierare e magari ci troviamo anche per stare insieme. Due persone normali, educate".