Modena, sedicenne ucciso nella rissa al Novi Sad. "Voleva aiutare i genitori in patria”

L’educatrice del San Filippo Neri ricorda l’adolescente accoltellato: "Studiava per imparare l’italiano" I carabinieri indagano tra i connazionali per risalire agli aggressori. La lite sarebbe nata in Pakistan

La rissa dell’altro ieri al Novi Sad

La rissa dell’altro ieri al Novi Sad

Modena, 2 aprile 2023 - Aveva solo sedici anni ma aveva affrontato un viaggio pericoloso per raggiungere l’Italia e per riuscire così ad aiutare i suoi genitori in patria. Era un ragazzo responsabile e disposto a mettersi in gioco per iniziare una nuova vita a Modena. Una o più coltellate inferte con violenza ha nno interrotto ogni suo sogno. Mentre le indagini dei carabinieri proseguono per capire cosa sia accaduto venerdì pomeriggio al Novi Sad, dove a seguito di una rissa tra giovanissimi pakistani ha perso la vita un 16enne, Eva Ferri, responsabile della comunità per l’autonomia della fondazione San Filippo Neri ricorda con dolore il minore: "Era stato inserito da noi il 30 gennaio ma era arrivato a Modena il 5 dicembre.

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Il suo era stato un viaggio molto lungo, difficoltoso con pericoli per la propria incolumità, condizione che caratterizza i tutti i viaggi rispetto a questa nazionalità. Aveva appena iniziato la fase di osservazione – racconta ancora – che dura circa 7 settimane ma avevamo già capito che aveva un temperamento riservato ma determinato, non avevamo rilevato anomalie legate al coinvolgimento in attività problematiche. Era un ragazzo competente e aveva intrapreso il percorso volto all’autonomia e all’integrazione. Era mosso dalla forte determinazione di aiutare la famiglia nel paese di origine, in grave svantaggio economico ed era inserito in una fase di apprendimento dell’italiano.

Frequentava corsi al centro permanente di istruzione per gli adulti – racconta ancora Ferri - era stato inserito anche in un laboratorio di italiano e in altri due corsi. Appariva più adulto dell’età anagrafica dichiarata – sottolinea - ed erano state chieste le visite per accertare l’età, come da normativa. Aveva come gli altri socializzato prevalentemente con i connazionali. In questo momento così delicato, abbiamo cercato di stringerci attorno al gruppo di ragazzi che vivono un momento di profondo dolore e paura. Abbiamo fatto un momento di raccoglimento tutti insieme. Lo conoscevamo da poco, ma per noi è stato un fulmine a ciel sereno".

L’omicidio sarebbe scaturito a seguito di una lite iniziata alcuni mesi fa addirittura in Pakistan. L’accoltellamento sarebbe stato frutto di un gesto di impulso al culmine della lite che veniva da lontano, ma le indagini sono in corso, anche per capire l’esatto movente. Intanto la comunità pakistana si sta attivando per organizzare il rimpatrio della salma in Pakistan: potrebbe essere organizzata una colletta per riportare il ragazzo nel Paese di origine, dove abitano i familiani a circa un’ora e mezza da Islamabad. In merito agli altri due ragazzi feriti, il 18enne è stato dimesso mentre il 22enne è ancora in prognosi riservata. Medicato un terzo ragazzo.