Stefano Bonaccini: "Elezioni, tutto da decidere. Modena piena di talenti: vanno chiamati a raccolta"

Il presidente della Regione: "Alle amministrative del 2024 vanno costruite alleanze forti e un progetto ampio aprendosi a istanze e personalità che stanno anche fuori dai partiti"

Il presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini

Il presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini

Modena, 15 agosto 2023 – Il 2024 sarà un anno importante per Modena: si vota per scegliere il nuovo sindaco. E le grandi manovre sono già iniziate, anche perché un recente sondaggio del Pd regionale evidenzia che il centrodestra, sotto la Ghirlandina, è vicinissimo al centrosinistra. Un contesto che il governatore Stefano Bonaccini conosce molto bene: nel 2020, contro tutte le previsioni, è riuscito a sconfiggere una Lega in grande ascesa e a riconquistare la presidenza dell’Emilia Romagna.

Presidente Bonaccini, che tipo di candidato deve mettere in campo il Pd per non cedere il ‘fortino’ gialloblu?

"Alle elezioni comunali manca quasi un anno, non ci sono i candidati, le coalizioni, i programmi. Insomma, è ancora tutto da fare. Sono fiducioso che la distanza a vantaggio del centrosinistra possa ampliarsi: il buon lavoro fatto in città in questi anni dall’amministrazione di Gian Carlo Muzzarelli pagherà perché ha reso Modena più forte, anche se naturalmente la sfida sarà sul futuro. Serve un sindaco che sappia interpretare questa forza per un progetto di ulteriore crescita e innovazione, di qualità e giustizia".

Visto il forte vento di centrodestra che soffia nel Paese, per evitare la sconfitta saranno fondamentali le alleanze?

"Nel 2020 la destra puntò ad affermare anche in questa regione il proprio consenso politico nazionale, anzi tutti o quasi mi davano sconfitto; noi contrapponemmo un progetto e i cittadini scelsero per il proprio futuro. In una città orgogliosa come Modena questo varrà ancor di più. Le alleanze sono fondamentali e costruire un progetto ampio è precondizione per vincere; credo che il Pd faccia bene a rivolgersi a tutte le forze politiche che sono state in maggioranza a Modena in questi anni e a tutti coloro che si sentono alternativi alla destra. Ma, a maggior ragione in un elezione comunale, serve anche aprirsi a istanze e personalità che stanno fuori dai partiti, perché il civismo è un ingrediente essenziale di un progetto per la città. E Modena è piena di talenti, competenze ed esperienze che vanno chiamati a raccolta per costruire il programma e il governo dei prossimi 5 anni".

Sta dicendo che forse è arrivato il momento di prendere in considerazione l’idea di candidare anche un un civico?

"Io credo che il candidato migliore sia chi si dimostra più capace di unire e raccogliere consenso. Non credo negli identikit costruiti a tavolino, serve una leadership che possa emergere nel percorso, condiviso, di allargamento, per poi guidarlo".

Le primarie sono lo strumento giusto per scegliere il nuovo sindaco?

"Sono uno degli strumenti possibili e vanno bene nella misura in cui aiutano ad unire e ad accrescere la partecipazione dei cittadini. Intendo dire che prima bisogna condividere un obiettivo e un percorso con tutte le forze disponibili a costruire il progetto per Modena".

Il futuro di Bonaccini dov’è? A Roma? A Bruxelles? A Modena? Lei si candiderebbe a sindaco di Modena, la sua città?

"Io sto governando l’Emilia-Romagna e ora il mio posto è qui".

Il terzo mandato in Regione è escluso al 100%?

"Per fare un terzo mandato bisogna aver prima completato il secondo. Le assicuro che c’è ancora tanto da fare, a maggior ragione dopo l’alluvione. La priorità è lavorare qui e ora per dare risposte ai nostri cittadini non per i destini personali. Io ho sempre fatto quel serviva, non ciò che mi conveniva".

Anche a Modena la sanità è in affanno e i cittadini per le visite e gli esami aspettano troppo tempo. Cosa si può fare?

"E’ indispensabile rimettersi a investire sulla sanità pubblica mettendoci risorse e personale. Mentre il Governo sta tagliando e a pagare sono anzitutto i cittadini dove la sanità pubblica è più presente, come in Emilia-Romagna e Toscana. Noi non resteremo passivi davanti a questa scelta sciagurata della destra: abbiamo approvato un progetto di legge alle Camere che sottoporremo anche alle altre Regioni per poi portarlo in Parlamento: prevede di riportare la spesa sanitaria al 7,5% in rapporto al Pil e di togliere tutti i tetti e vincoli assunzionali per il personale sanitario. Dobbiamo fare in modo che tutti i cittadini possano esprimersi su queste proposte: serve una grandissima mobilitazione. La sanità pubblica non solo non può essere tagliata, ma deve essere rilanciata, rifinanziata, innovata".

Modena è alle prese da mesi con la raccolta porta a porta dei rifiuti che scatena proteste ovunque e ha messo in evidenze diverse falle nell’organizzazione. Teme che questo potrebbe penalizzarvi alle urne? E soprattutto come si può fare per aumentare l’efficienza nella raccolta e fare in modo che Modena torni ad essere una città pulita e civile? Bologna ha fatto marcia indietro… Modena?

"Sento malessere su questo punto, è evidente.. Io credo che l’obiettivo che l’amministrazione comunale si è data di aumentare significativamente la raccolta differenziata sia sacrosanto e irrinunciabile, pienamente in linea col piano regionale. Ciò non toglie che il servizio e la sua organizzazione debbano essere all’altezza di questa sfida. Soprattutto in una terra come la nostra. Sono fiducioso che Hera vorrà fare tutto il necessario per superare i tanti problemi riscontrati e per trovare un assetto soddisfacente del servizio".

Dopo gli annunciati stralci di alcuni progetti dai fondi Pnrr anche Modena trema. Lei cosa pensa?

"Che il Paese rischia di sprecare una occasione straordinaria e irripetibile: rischiamo di restituire quei soldi perché qualcuno si sta dimostrando incapace di spenderli. Trovo inaccettabile che si taglino i progetti di rigenerazione e riqualificazione urbana".

Riguardo ai grandi eventi e ai mega concerti Modena è nell’ombra delle città limitrofe non è capace di proporre nulla, nonostante sia la città che ha ha ospitato il Modena park di Vasco Rossi. Come mai secondo lei?

"Modena ha un tratto identitario e culturale molto forte nella sua vocazione manifatturiera: in una regione come l’Emilia-Romagna che si è via via affermata come locomotiva d’Italia per crescita, innovazione, export, lavoro. Non è un caso che proprio qui anche le manifestazioni culturali e gli investimenti museali siano fortemente legati alla terra dei motori, con tutto ciò che questo muove, sempre più, in termini di indotto anche sul piano turistico. Naturalmente una vocazione non può e non deve cancellare il resto. Credo che i grandi eventi culturali e sportivi siano ormai una consolidata leva di crescita per l’intera Emilia-Romagna, su cui stiamo investendo molto, ed è giusto e doveroso Modena abbia un posto da par suo in questa strategia".

Lei è un grande appassionato di sport e quando può sappiamo che frequenta il Braglia e il Palapanini. Fiducioso sulla nuova stagione dei canarini e del Modena Volley?

"Si sa che sono un grande tifoso gialloblu, quando posso vado allo stadio e al palazzo e sono fiducioso che entrambe potranno fare bene in questa stagione. Ma la cosa che mi rende orgoglioso e credo renda orgogliosi i modenesi sono le attuali proprietà, fatte di persone serie e perbene, competenti e capaci. La famiglia Rivetti da una parte, Giulia Gabana e i fratelli Storci dall’altra sono un patrimonio per l’intera città. Anche grazie alle basi poste da chi li ha preceduti, che andranno per questo sempre ringraziati e mi riferisco a Romano Sghedoni e Catia Pedrini".