
Dietro il grazie formale, la totale contestazione della vecchia linea
Pesaro, 13 giugno 2025 – Una spallata. Violenta e inaspettata quella che ha dato Roberto Selci all’interno del quadro di comando della Biesse: da ieri – ma già da giovedì scorso non si vede più in fabbrica – Massimo Potenza, l’amministratore delegato, è stato messo alla porta. Tutte le cariche e le responsabilità passano ora nelle mani del figlio di Giancarlo, Roberto. Quale sia stata la scintilla che ha portato a questa scelta radicale non si sa. Qualcuno parla di conti che non tornano, di incapacità di sfornare macchine per il legno di ultima generazione, di uomini che sono fuggiti dalla fabbrica-villaggio di Chiusa di Ginestreto proprio perché contrari alla linea che ha dettato Massimo Potenza negli ultimi anni. Non solo questo: reparti quasi smantellati totalmente e caduta del portafoglio ordini. Solidarietà in corso per tutti e mille i dipendenti e molta gente in fuga. Una situazione non nuova ma che è precipitata negli ultimi giorni tanto che l’altro ieri Roberto Selci ha incontrato tutti i suoi manager per fare il quadro della situazione e quindi annunciare le decisioni che ieri pomeriggio sono state prese nel corso di un consiglio d’amministrazione ‘blindato’ e che andato avanti fino alla chiusura della Borsa valori di Milano per non arrecare un forte scossone al titolo.
Massimo Potenza era entrato in Biesse nel 2020 e nel corso dell’ultimo anno aveva avuto anche un fortissimo ritocco dei compensi. Il suo compito era arrivare ad una ‘one company’ e cioè una sola grande società facendo convogliare all’interno di Biesse tutte le controllate compresa la "Hsd", la fabbrica di Gradara che produce elettromandrini: una vera fabbrica dell’oro. Un disastro totale tanto che ieri pomeriggio qualcuno affermava, con l’annuncio della partenza di Potenza, che in Biesse si stappavano bottiglie di champagne. Per avere un quadro della situazione basterà dire che alcuni ingegneri che curavano i software delle macchine a controllo numerico hanno lasciato l’azienda per mettersi per conto proprio vendendo poi il loro lavoro alla Olivetti che è una controllata di una multinazionale cinese. I ben informati parlano anche di una processione di persone a casa di Giancarlo Selci, il fondatore della Biesse, per illustrargli la situazione della fabbrica.
Nel comunicato d’addio, una specie di resoconto ragioneristico del dare e dell’avere si legge che "Potenza detiene 7 e 100 azioni Biesse, in più gli verrà riconosciuta una buonauscita di 790mila euro, più 10mila euro per la transazione e rimarrà titolare di alcuni benefici non monetari mentre ha rinunciato al piano di assegnazione di azioni per i membri della società". Quindi avrà altri 180mila euro per il patto di non concorrenza. Ieri sera sul tardi un comunicato dove si legge: "Ringrazio Massimo Potenza per il contributo offerto al percorso di trasformazione aziendale, che ha portato alla creazione di una organizzazione One company integrata e multimateriale. Biesse proseguirà il proprio sviluppo con la consueta determinazione e un approccio pragmatico orientato alla creazione di valore nel lungo termine per tutti". Così Roberto Selci nuovo ad della società. Per la successione di Potenza si fa il nome di Federico Broccoli responsabile America, ma altri smentiscono. Comunque un momento delicatissimo per la più grande fabbrica della città.
m.g.