Martina Mazza e Sultan Ramadani, chi sono le vittime dell’incidente a Pesaro sulla Montelabbatese

Martina, giovane madre di un bimbo di 5 anni, si stava recando con Alessia verso il mare, con loro un ragazzo. Lui e l’altra giovane gravissimi in Ancona, idem il passeggero della berlina

Pesaro, 26 giugno 2023 – Andavano a Pesaro per incontrare degli amici la domenica sera. Un aperitivo, risate, la gioia dell’estate che stava arrivando. Improvvisamente, un’auto impazzita gli è piombata addosso travolgendo la vita di Martina Mazza, 32 anni, giovane madre, separata, con la casa a Montecchio dove viveva col suo bambino. Ieri, per puro caso, aveva deciso di uscire per una passeggiata fino a Pesaro con la sorella e l’amico Kevin Kamcia lasciando il bambino ai genitori dove due ore dopo sono andati i carabinieri a riferire la terribile notizia dell’incidente.

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Nei riquadri le due vittime dell'incidente sulla Montelabbatese: Martina Mazza e Sultan Ramadani
Nei riquadri le due vittime dell'incidente sulla Montelabbatese: Martina Mazza e Sultan Ramadani

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Non tutto è stato semplice per Martina, un matrimonio difficile con una persona inseguita dalla giustizia di cui lei non sapeva nulla, la forza di ricominciare a guardare al futuro col suo bambino nato da quella unione, la presenza al suo fianco in ogni momento dei genitori e della sua famiglia, un legame così forte che le aveva permesso di avere un’attività in proprio e di poter guardare con fiducia al futuro. Fino a ieri, quando si è trovata con la sorella Alessia e con un amico in quella strada dove la Bmw di Sultan Ramadani è piombata ad oltre 150 km/h. Martina in pochi attimi nelle braccia dei vigili del fuoco che l’avevano estratta dall’abitacolo mentre la sorella Alessia e l’amico Kevin stanno lottando per sopravvivere.

Ora i carabinieri esamineranno minuziosamente la vettura di Ramadani per verificare il motivo che ha spinto il 27enne a darsi alla fuga alla vista dei carabinieri. Il suo amico Cola ha avuto guai con la giustizia poche settimane fa. Proprio questo potrebbe essere il motivo che ha spinto il macedone e l’albanese a voler dileguarsi a tutta velocità incuranti del pericolo che correvano per sé stessi e per gli altri.