Alluvione Conselice, strade asciutte: ma l’emergenza non è finita. La visita di Bonaccini

Appello del Consorzio di Bonifica: “Ora bisogna affrontare, con urgenza, la ricostruzione”. Intanto in regione gli sfollati sono scesi sotto quota mille

Conselice (Ravenna), 31 maggio 2023 - Come promesso, le strade di Conselice sono finalmente asciutte: solo un ricordo le immagini e i video dei droni che sorvolavano le case immerse nell'acquitrino nero formatosi dopo l'alluvione.

Strade finalmente asciutte a Conselice
Strade finalmente asciutte a Conselice

Ma certo l'emergenza non è finita: è urgente ripristinare la rete di bonifica, gravemente danneggiata. E' l'appello del Consorzio di Bonifica della Romagna occidentale, in campo dal 2 maggio scorso (data della prima alluvione) e che ora si prepara ad affrontare la "fase 2", quella della ricostruzione. Dai fiumi pensili regionali, dicono al Consorzio, si stima che siano fuoriusciti nel sottostante bacino di bonifica circa 400 milioni di metri cubi" d'acqua, che hanno sovraccaricato la rete dei canali e portato a vastissimi allagamenti di centri urbani e aree rurali.

Bonaccini: “Conselice sta pagando il prezzo più alto”

Il territorio di Conselice “sta pagando uno dei prezzi più alti di questa drammatica alluvione. Su Conselice e gli altri territori del ravennate dove c'è ancora una notevole quantità di acqua, continuiamo a operare col massimo impegno insieme alla Protezione Civile e all'Ausl per ritornare al più presto la normalità”. Così il presidente dell'Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini che, nel pomeriggio ha vistato la cittadina romagnola. "I cittadini di Conselice - ha detto – sappiano che faremo tutto ciò che serve per garantire il risarcimento dei danni subiti, qui come in tutte le aree colpite”. A Conselice, insieme a Bonaccini, la sindaca, Paola Pula; il presidente della Provincia, Michele De Pascale, gli assessori regionali Irene Priolo e Andrea Corsini e il Prefetto di Ravenna, Castrese De Rosa. Bonaccini ha fatto il punto in Comune sulle operazioni di smaltimento dell'acqua e di assistenza alla popolazione, oltre alle procedure di messa in sicurezza sanitaria contro il diffondersi di malattie.

Il lavoro fatto dal Consorzio

Per far defluire l'immenso lago si è agito su più fronti. In primo luogo, spiega il presidente Antonio Vincenzi sono stati installati 31 gruppi di pompaggio d'emergenza - arrivati da consorzi di bonifica di tutta Italia, coordinati da Anbi, protezione civile e privati - alla botte Santerno e all'intersezione tra i due corsi d'acqua hanno sottratto portata al Destra Reno per immetterla nel sopraelevato Santerno. Il presidente del Consorzio ci tiene poi a precisare che nessun comparto del territorio di bassa pianura è stato trascurato o messo in secondo piano negli interventi: "Non è vero che si è pensato a salvare prima Ravenna e poi ci si è dedicati ai centri minori - puntualizza - L'immediata diponibilità di uomini e attrezzature che il mondo della bonifica e la protezione civile hanno fatto pervenire in Romagna ha consentito di intervenire in contemporanea in tutti i siti interessati dall'evento".

Bisogna passare alla ricostruzione

L'emergenza non è ancora del tutto superata, aggiunge Vincenzi: "Un evento alluvionale senza precedenti come quello che ci ha colpito avrà purtroppo una coda molto lunga". Così, "una volta messa in sicurezza la popolazione, bisognerà prontamente passare alla fase della ricostruzione", continua. La rete di bonifica infatti "è stata gravemente danneggiata dalle acque limacciose fuoriuscite dai fiumi". Occorrono perciò "celeri provvedimenti - conclude - che mettano il Consorzio nella condizione di intervenire senza indugio nel ripristino della situazione preesistente all'alluvione, assicurando la copertura economico-finanziaria dei lavori più urgenti".

Emilia Romagna: sfollati sotto quota mille

Intanto la situazione migliora in tutta la regione: per la prima volta dall’inizio dell’emergenza scende sotto quota mille il numero di persone costrette a lasciare le proprie abitazioni e accolte in strutture messe a disposizione dai Comuni o in alberghi. Per la precisione, nell’intera area interessata dall’alluvione e dalle frane sono in tutto 944, ossia 142 in meno rispetto a ieri, compresi 94 minori. La quota maggiore, 468 persone, si trova nella provincia di Ravenna; seguono i territori di Forlì-Cesena con 263, Bologna con 212 e Rimini con una sola persona in carico.

Viabilità: le strade ancora chiuse

Sono 757 le strade comunali e provinciali chiuse alla circolazione, di cui 315 in modo parziale e 442 totalmente. Nel bolognese le arterie interessate sono 198 (90 parzialmente e 108 totalmente); 333 nel forlivese-cesenate (106 parzialmente e 227 totalmente); 187 nel ravennate (113 parzialmente e 74 totalmente); 39 nel riminese (6 parzialmente e 33 totalmente).

Il monitoraggio delle frane

Non si ferma l’attività di monitoraggio da parte delle squadre di rilevatori che permette di definire il quadro più aggiornato della situazione frane, in decisa crescita. Al momento si contano 888 frane principali, 130 in più rispetto a quelle rilevate fino a ieri: 351 in provincia di Forlì-Cesena; 248 in provincia di Ravenna; 120 in provincia di Bologna; 14 in provincia di Reggio Emilia, 143 in quella di Rimini e 12 in quella di Modena. A queste si uniscono migliaia di micro-frane che costellano l’intero Appennino interessato dall’emergenza.