Omicidio Faenza: il giallo di quella sagoma nei filmati da ripulire

Le telecamere hanno ripreso un 'uomo che attende': investigatori al lavoro per renderla riconoscibile. Si aspetta la relazione sull’autopsia

La vittima e l'ex marito e a destra i rilievi della Scientifica

La vittima e l'ex marito e a destra i rilievi della Scientifica

Faenza (Ravenna), 16 febbraio 2021 - Continuano a tamburo battente le indagini della polizia coordinate dal pm Angela Scorza per arrivare a identificare chi il 6 febbraio scorso a cavallo delle 6 ha sgozzato da tergo la 46enne uccisa all’alba del 6 febbraio scorso Ilenia Fabbri nel suo appartamento di via Corbara a Faenza dopo avere probabilmente tentato di strangolare la donna già in camera da letto al secondo piano ed essere fuggito infine dal garage del seminterrato.

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Gli inquirenti si sono suddivisi il lavoro in squadre per dedicarsi ciascuno in maniera specifica a determinati aspetti e, tutti assieme, riuscire ad analizzare il copioso materiale sin qui già incamerato dall’inchiesta. Sul campo, oltre alla polizia Scientifica, ci sono la squadra Mobile di Ravenna, il Commissariato di Faenza e lo Sco di Roma.

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L’attenzione massima è in queste ore rivolta all’esame delle immagini immortalate da una telecamera privata della zona poco prima del delitto: vi si vede un uomo forse vestito di scuro e in un atteggiamento che farebbe pensare a uno stato di attesa. I tecnici sono al lavoro per ripulire l’immagine, per renderla cioè più nitida con la speranza di arrivare a identificare l’uomo in questione. Mentre per quanto riguarda l’esame autoptico, l’attesa per la relazione conclusiva è legata sia alla dinamica del delitto (se cioè effettivamente il killer abbia prima provato a strangolare la vittima e se sia entrato indossando dei guanti) che alla compatibilità del profondo taglio alla gola della donna con il coltello in ceramica da cucina con lama piatta maldestramente ripulito e subito recuperato dagli investigatori sulla scena del crimine.

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Dalle tracce biologiche isolate sulla scena del crimine grazie all’uso di luminol, si spera di potere invece arrivare a ottenere un profilo genetico dell’aggressore. In merito alle tempistiche del delitto, nelle ultime ore è emerso che se l’amica della figlia Arianna che era rimasta nell’abitazione quella notte non avesse fatto scattare l’allarme alle 6.06 o se la vittima non avesse fatto in tempo a urlare spingendo il vicino a chiamare in Commissariato alle 6.08, il cadavere della donna probabilmente sarebbe stato scoperto da Arianna nel primo pomeriggio di ritorno da Milano, città nella quale si stava recando assieme al padre – il 53enne Claudio Nanni indagato a piede libero - proprio al momento del delitto per andare a ritirare un’auto. Quando ancora era solo persona informata sui fatti, l’uomo avrebbe detto di avere proposto lui alla figlia di partire a quell’ora (verso le 6) così lei avrebbe avuto gran parte del pomeriggio libero, ammettendo peraltro di non sapere della presenza dell’amica nell’abitazione. In concomitanza con le prime perquisizioni, a metà settimana la procura gli ha notificato un avviso di garanzia per omicidio volontario pluriaggravato (da motivi abietti, premeditazione e relazione di coniugio) in concorso con persona ignota: ovvero con quello sconosciuto killer che potrebbe figurare nelle immagini captate dalla telecamera privata della zona. a.col.