Ivano Marescotti, chi è la moglie Erika Leonelli

Ravennate, 49 anni, quasi 27 più giovane dell’attore e sua terza consorte. I due si erano sposati esattamente un anno fa: il 26 marzo 2022

Ivano Marescotti ed Erika Leonelli sposi, era il 26 marzo 2022

Ivano Marescotti ed Erika Leonelli sposi, era il 26 marzo 2022

Ravenna, 26 marzo 2023 - Ivano Marescotti, è morto oggi, 26 marzo, per una tragica fatalità proprio nel giorno esatto del suo matrimonio con la ravennate Erika Leonelli. Lui si è spento a 77 anni in ospedale a Ravenna, dove era ricoverato per il peggioramento di una grave malattia.

Aggiornamento Ivano Marescotti: quando la camera ardente e i funerali – Le parole del sindaco di Bologna

Chi è Erika Leonelli, terza moglie di Ivano Marescotti

Erika Leonelli, sue ex allieva della scuola TAM (Teatro Accademia Marescotti), era diventata moglie di Ivano Marescotti esattamente un anno fa: il 26 marzo 2022. E' la terza moglie dell'artista, di quasi 27 anni più giovane dell'attore bagnacavallese (foto). 

Nozze alla romagnola un anno fa

L’attore di Bagnacavallo, nella sua Villanova, in mezzo ai ricordi e alle storie custodite dal Museo delle Erbe Palustri, aveva pronunciato il suo terzo sì. Fra amici intimi e parenti. 

VIDEO Addio a Marescotti, l’attore innamorato della sua Romagna

"L'ultimo matrimonio è sempre il migliore"

"Spero che sia l’ultimo – aveva scherzato Marescotti –. Cosa c’era di diverso dai precedenti? Di sicuro la moglie. Finalmente l’ho trovata e spero che lei abbia trovato me. In ogni caso, come in tutte le cose, l’ultimo è sempre il migliore". Il terzo matrimonio di Marescotti si collocava in una nuova fase della vita dell’artista, che aveva deciso di lasciare la sua carriera di attore e mantenere solo la guida della scuola di Teatro, il Tam, di Marina di Ravenna.

Matrimonio in dialetto romagnolo

Per suggellare l’unione Marescotti volle utilizzare la lingua doc della terra di Romagna, il dialetto. "Ho scelto di impostare la cerimonia sulle mie radici profonde – spiega Marescotti – dalla scelta della lingua, il dialetto romagnolo, al luogo, il museo delle erbe palustri, dove, quando avevo 12-13 anni, ho lavorato anch’io. Villanova è casa mia. Nel museo c’è del materiale che apparteneva alla mia famiglia, e cose che hanno caratterizzato e caratterizzano la civiltà delle erbe palustri, da dove ho avuto origine. Per questo ho scelto anche di organizzare, sempre al museo, il pranzo con portate tipicamente romagnole".