ANDREA OLIVA
Cronaca

Angelini-Pullé, duello a colpi di querele tra sindaca e minoranza a Riccione

"La doppia faccia di chi diffama, e poi grida allo scandalo se viene denunciato". Botta e risposta tra maggioranza e opposizione

"La doppia faccia di chi diffama, e poi grida allo scandalo se viene querelato". Botta e risposta tra la sindaca...

"La doppia faccia di chi diffama, e poi grida allo scandalo se viene querelato". Botta e risposta tra la sindaca...

"La doppia faccia di chi diffama, e poi grida allo scandalo se viene querelato". Botta e risposta tra la sindaca Angelini, che aveva querelato una trentina di persone per commenti ritenuti diffamatori dopo la caduta della giunta a causa della sentenza del Tar nel giugno del 2023, e l’avvocato Fabrizio Pullè. Il segretario replica senza indugio: "Se lei si è sentita diffamata dalla mia frase ‘chi vince col trucco, prima o poi va a casa’ (è solo per questa frase che mi ha querelato) mi spiace per lei, ma la frase non era diffamatoria in sé e neppure rivolta a lei". Ma la sindaca rincara la dose. "Il segretario delle cosiddette liste civiche di destra, ha il coraggio di gridare allo scandalo perché lui e altre persone sono stati querelati per diffamazione. Al tempo noi eravamo sotto un bombardamento di accuse infamanti. Ne riporto solo alcune: ‘Ladri di voti’; ‘Avete fatto i voti falsi mer... di persone’; ‘Ladraaaaaaaa’; ‘Siete da sempre autori di brogli, vergognatevi’; ‘Elezioni taroccate, sei più sputtanata di Cicciolina’; ‘Non sono onesti ma solo dei grandi imbroglioni?... Pullè stesso scriveva: ‘Chi vince con il trucco prima o poi viene rimandato a casa’. Ora Pullè fa la vittima. Si indigna perché ci siamo rivolti alla giustizia per tutelarci. Ma davvero chi ha insultato pubblicamente, diffamato pesantemente, ora vorrebbe anche negare a chi ha subito quegli attacchi il diritto di difendersi? Vuole rovesciare i ruoli. Prima si diffama, poi si grida alla censura quando si viene chiamati a risponderne? No, avvocato Pullè. Non ci facciamo intimidire. Difendersi non è un abuso: è un diritto". Il segretario delle civiche ribatte: "Angelini scrive che io avrei ‘insultato pubblicamente’ e ‘diffamato pesantemente’, come se fossero fatti già dati per assodati. In realtà, questa è la sua lettura delle cose, la sua visione e non certo ciò che dice un giudice. Un giudice, se ci sarà un processo, lo affermerà al termine del processo. Angelini finisce per dare per certa una diffamazione che, per ora, è ‘certa’ solo nei suoi pensieri". Infine, "in quei giorni anche noi venimmo pesantemente querelati, ma nessuno di noi sporse querela". Andrea Oliva