
Rimini, 13 agosto 2025 – L’Adriatico è la casa dei delfini, in quel tratto di mare che da Cervia arriva a Cattolica. Basta allontanarsi dalla costa di una decina di miglia per vederli saltare a filo d’acqua, regalando scene da film. Così ieri mattina ci siamo imbarcati al porto di Cattolica alla ricerca dei delfini. Un’esperienza resa possibile grazie al progetto Promed, curato dall’Acquario di Cattolica e Oltremare, all’interno del progetto ‘Delfini metropolitani’, per mappare i cetacei nell’Adriatico. Il piano era semplice: salpare, seguire i pescherecci al largo e scrutare l’orizzonte in cerca di una pinna. Sì, perché i delfini sanno bene dove trovare cibo con il minimo sforzo: si muovono vicino alle barche da pesca, sfruttando le occasioni che offrono.

Lasciato il porto, mentre Cattolica si faceva sempre più piccola, è iniziata la caccia silenziosa ai pescherecci, nella speranza di avvistare qualche cetaceo. A bordo con noi c’erano quattro ricercatori, impegnati nella schedatura dei delfini: macchine fotografiche, taccuini alla mano e una speciale sonda immersa in acqua per catturare i loro ‘fischi’, il modo in cui comunicano. "Con il fermo pesca è più difficile vederli – spiega Stefano Furlati, responsabile del dipartimento didattico-scientifico di Costa Romagna –. I pescherecci sono pochi e per questo dobbiamo spingerci verso nord". E proprio lì, poco dopo Rimini, abbiamo iniziato a scorgere qualcosa di familiare: prima a destra, poi a sinistra, tre delfini si stavano muovendo intorno a un peschereccio. Una vera e propria caccia per la colazione del mattino. La nostra per catturare qualche foto. Tra risate e indicazioni su dove guardare, a un certo punto qualcuno ha urlato "è ‘Senza Pinna’". Un vecchio amico dei ricercatori, già avvistato in passato e riconoscibile per un taglio netto proprio sulla pinna. "Le loro impronte digitali sono le pinne – riprende Malaisi –. Ogni esemplare ha segni distintivi che ci permettono di riconoscerlo e schedarlo". Motori spenti e tutti all’opera, ma non appena il peschereccio ha riacceso i motori, i delfini si sono dileguati tra i fondali dell’Adriatico.

La missione era compiuta: i ricercatori avevano avvistato e catalogato e noi avevamo una storia da raccontare. Ma proprio quando iniziavamo a rilassarci, tra il sole e qualche schizzo d’acqua, ecco riapparire cinque pinne. Questa volta a sei miglia dalla costa, su un fondale di circa otto metri. Cinque delfini, stavano giocando tra loro e di nuovo tutti ai posti. Questa volta i delfini sembravano più loquaci e i loro suoni più intensi: un bottino prezioso per i ricercatori. Una giornata intensa, chiusa con l’avvistamento di otto delfini (che si aggiungono agli altri 53 dallo scorso anno), in un mare che nasconde una vita marina che non smette mai di stupire.