Rimini, 8 aprile 2025 – Se è vero che la mattina del 4 ottobre 2023, Louis Dassilva ha raggiunto Manuela Bianchi nel garage sotterraneo di via del Ciclamino – come sostenuto dalla donna nel corso dell’incidente probatorio – allora da dove è passato? È questo uno degli interrogativi sollevati dagli avvocati Riario Fabbri e Andrea Guidi, difensori del 35enne senegalese accusato dell’omicidio di Pierina Paganelli, nelle 161 pagine di memorie, depositate sabato scorso, in attesa della decisione del gip Vinicio Cantarini sull’istanza di scarcerazione.

Un documento corposo, attraverso il quale i legali cercano di mettere in luce le presunte incongruenze che minerebbero l’attendibilità del racconto di Manuela. Quest’ultima, nelle scorse settimane, ha infatti ritrattato la sua versione iniziale, sostenendo che quella mattina (il 4 ottobre del 2023) avrebbe incontrato l’amante, Louis Dassilva, nel seminterrato: l’uomo le avrebbe detto che c’era il corpo di una donna steso a terra, di rimanere in silenzio e salire quindi di sopra a chiamare il vicino di casa moldavo. Bianchi, in questo modo, è diventata la principale accusatrice del senegalese, che viene così collocato sulla scena del delitto, il giorno del ritrovamento del corpo di Pierina.
Nella memoria dei legali di Louis si pone l’accento sul fatto che quella mattina la cam 3 della farmacia San Martino non avrebbe ripreso il 35enne scendere la rampa. E allora: da dove è passato Dassilva, per raggiungere Manuela quando quest’ultima è rientrata a casa? Per gli avvocati, lo straniero aveva un solo modo di raggiungere il garage: quello di oltrepassare la porta tagliafuoco che conduce dalla scala interna del palazzo al seminterrato.
Ebbene: la porta tagliafuoco presenta un meccanismo a molla e, quando si chiude, produce rumore. Tuttavia, la telecamera posta nel box auto di un condomino non avrebbe registrato, quella mattina, nella fascia oraria del presunto incontro tra Louis e Manuela, alcun suono compatibile con la chiusura della portatagliafuoco. I legali di Dassilva hanno inoltre puntato il dito su alcune discrepanze riguardanti il barattolo di conserve rotto vicino al cadavere di Pierina: secondo la difesa del senegalese, Bianchi avrebbe cambiato sistematicamente la sua versione, da quella iniziale – fornita nel corso della chiamata al 112 - fino a quella resa durane l’incidente probatorio.
Rispetto alla questione della porta tagliafuoco, gli avvocati dei figli di Pierina, Marco e Monica Lunedei, sostengono che la macchina di Manuela coprirebbe per un minuto abbondante il supposto ’scattino’ della porta stessa, quando Louis scende. ’Scattino’ che, a detta dei legali, sarebbeinvece ben individuabile quando apre la porta per risalire.