"Siringhe infette sulla spiaggia": così il boss della mafia voleva colpire Rimini

Matteo Messina Denaro fu tra coloro che progettarono il piano contro la Riviera, poi accantonato

L’arresto del boss Matteo Messina Denaro a Palermo

L’arresto del boss Matteo Messina Denaro a Palermo

Rimini, 21 gennaio 2023 – Il boss voleva colpire anche Rimini. In quella drammatica stagione segnata dalle stragi di mafia, Matteo Messina Denaro era tra coloro che progettarono l’attentato sulle spiagge di Rimini. Un piano, per fortuna poi accantonato, che aveva come uno dei suoi principali fautori proprio il ’padrino’ di Castelvetrano, arrestato lunedì a Palermo dopo 30 anni di latitanza.

L’arresto del boss Matteo Messina Denaro a Palermo
L’arresto del boss Matteo Messina Denaro a Palermo

Cosa nostra voleva colpire la Riviera piazzando siringhe infette di Aids sulle spiagge di Rimini Il piano rientrava in quella strategia del terrore avviata dalla mafia, come risposta alla cattura del boss dei boss Totò Riina, arrestato nel gennaio 1993. Dopo l’attentato in via Fauro a Roma e le stragi di via dei Georgofili a Firenze e di via Palestro a Milano nel 1993, uno degli obiettivi era diventato proprio la Riviera.

La volontà di realizzare nuovi attentati, non solo a Rimini (ne era stato progettato uno anche contro la torre di Pisa), è stata confermata più volte nel corso degli anni dal boss pentito Giovanni Brusca, tra gli esecutori della strage di Capaci in cui morirono il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e tre uomini della scorta, e da Gioacchino La Barbera, un altro pezzo da novanta di Cosa nostra.

E come spiegò proprio La Barbera, "nel caso di Rimini eravamo sicuri che c’erano politici proprietari di alberghi". E un attentato del genere "poteva svuotare il turismo, nel senso di fare danni a queste persone che hanno interessi… Volevamo far capire allo Stato che comandava Cosa nostra". Quella stagione di sangue doveva culminare con l’attentato contro le forze dell’ordine allo stadio Olimpico di Roma nel 1994, poi fallito. Matteo Messina Denaro è ritenuto il responsabile anche di quell’agguato.

Un altro capitolo che resta ancora da chiarire è quello dei legami economici del boss con la Riviera e San Marino. Anche se in nessuno dei processi a suo carico sono stati accertati, fin qui, interessi economici di Matteo Messina Denaro nella nostra terra, i sospetti non mancano.

Per questo nel 2017 a San Marino fu presentata da quattro consiglieri un’interpellanza al Consiglio grande e generale (il Parlamento sammarinese) in cui si chiedeva di fare luce sui presunti legami tra il boss e un professionista del Titano. Un’interpellanza depositata dopo un’indagine della Dia che aveva gettato ben più di un’ombra. Solo pochi anni prima si era scoperto che una società immobiliare sammarinese era riconducibile a un imprenditore siciliano, ritenuto uno dei fedelissimi del boss.