
Il direttore sportivo Andrea Catellani (fotofiocchi)
Questa è la storia di uno di noi, canterebbe Adriano Celentano. Quel ragazzo nacque in via Gluck, a Milano, fuori dal caos della città, lì dove crescono i veri sogni di chi, tra i parchi e le strade, coltiva ambizione. Andrea Catellani è nato a Reggio Emilia, nulla a che fare con la metropoli lombarda. Ma ha la storia di quel ragazzo che quasi convive quotidianamente con l’ambizione, il sogno, lo studio. La storia di colui il quale si è fatto le ossa prima di calciatore (affrontando anche la delusione più atroce che un calciatore possa vivere, il ritiro forzato per problemi cardiaci) e poi da manager, scegliendo di lavorare coi giovani in maniera lungimirante, ovunque gli sia stato concesso. E tutto questo lo ha portato al ruolo dirigenziale di maggior livello a soli 36 anni.
Proprio lì, dove in molti tornano dopo anni per ricambiare l’affetto ricevuto in carriera e mettere il personale mattoncino sulla costruzione di un futuro migliore. Tant’è, che la famiglia Rivetti non ci ha pensato molto, una volta esonerato Davide Vaira. Doveva essere Andrea Catellani il nuovo direttore sportivo di un progetto tecnico, le cui caratteristiche rispecchiano i valori e la politica di imprenditori navigati ma freschi e innovativi. In più, Catellani ha una conoscenza inviadiabile dei giovani talenti in giro per l’Italia e ne è una dimostrazione la base posta al successo della Primavera 3 di Mandelli, con diversi giocatori lanciati e ora patrimonio del Modena.
L’ex responsabile del settore giovanile arriva alla poltrona di ds dopo una gavetta quasi impressionante. Nel 2017, poco dopo il ritiro dal calcio giocato, la Virtus Entella (sua ultima squadra) gli offre un ruolo da scout e da consulente dell’area sportiva. Il ragazzo, però, è piuttosto ambizioso come vi abbiamo raccontato e non perde tempo: supera con 110 e lode l’esame da direttore sportivo sempre nel 2017 e da quel momento inizia il suo vero percorso. Nel 2018 va al Chievo Verona e diventa resaponabile della Primavera ma è solo un varco per poi arrivare al ruolo di responsabile dell’intero settore giovanile. Nel 2021 ricopre lo stesso ruolo alla Spal e qui raggiungere il primo, storico, successo: l’Under 18 vince il titolo di Campione d’Italia per la prima volta superando in finale l’Inter, nel 2023. Sarà il regalo che Catellani lascerà ai ferraresi, un dolce addio e poi il ritorno a Modena.
La stima che il circuito nazionale prova nei suoi confronti è talmente alta che si parla di lui anche per sostituire Roberto Samaden all’Inter, ma il rapporto con il Modena e la volontà dei Rivetti di consegnare a Catellani chiavi e deleghe del settore giovanile in lungo e in largo ha fatto la differenza. Rivoluziona quasi totalmente il roster degli allenatori (tornano altri grandi ex come Troiano, ad esempio) e il Modena inizia anche a far mercato per le squadre giovanili inviduando giovani talentuosi in giro per l’Italia e per l’Europa. Arriva un ’triplete’ destinato a rimanere nella storia, con i tre successi della Primavera di Mandelli che porta a casa la promozione in Primavera 2, la vittoria del campionato e della Supercoppa nazionale. Tanto basta ai Rivetti per consegnargli anche le chiavi della prima squadra. È iniziata una storia diversa. Nuova, e diversa.
Scegliere di affidare la direzione sportiva di un club ambizioso (per altro, con un centro sportivo in progetto) vuol dire scommettere con oculatezza. E premiare le competenze che stanno dietro al percorso di un ragazzo di 36 anni, questo non va mai dimenticato. E per Andrea Catellani può essere considerato un premio. A ciò che è stato capace di fare e superare in carriera, a ciò che è stato capace di dimostrare in pochissimo tempo. È una storia di meritocrazia.