
Malata di tumore, la denuncia. "Un vero calvario poter accedere alle cure e agli esami. Il sistema non funziona"
Ancona, 28 luglio 2024 – Il calvario di una paziente oncologica: "Costretta a fare esami fuori città, che almeno la Regione istituisca una banca dati tra ospedali". È quanto denuncia Andrea Principi, anconetano, che ha scelto di raccontare al Carlino l’odissea vissuta da una familiare alle prese con un tumore: "Tre anni fa, questi problemi non c’erano – dice – Una mia familiare è seguita dal reparto di Oncologia di Torrette e deve sottoporsi a check up periodici dopo un intervento per una neoplasia al colon". Giorni fa, la paziente si è dovuta sottoporre a una Tac di routine.
"Dal reparto di Oncologia, le è stata assegnata la sede di Villa Silvia, a Senigallia, perché il sistema – stando a quanto le avrebbero riferito da via Conca – non permette ad Oncologia di avere come opzione Torrette". La conseguenza è che la paziente – da sempre seguita a Torrette – si è dovuta spostare fino a Senigallia: "Quello è il male minore – fa Principi – dato che gli scorsi anni furono proposte strutture sanitarie ben più lontane, come Ascoli o Pesaro. Ciò che trovo increscioso e vergognoso è che a fronte di questo sistema che già scontenta i cittadini la Regione non abbia provveduto a istituire una banca dati comune".
La precisazione: “Villa Silvia, quel referto consegnato nei giusti modi”
Principi , infatti, si è visto costretto ad andare a Senigallia due volte: sia per l’esame sia per il ritiro del referto: "Abbiamo scoperto che né il referto né il contenuto digitale della Tac erano accessibili da remoto. Quindi, sono dovuto tornare a Senigallia tre giorni dopo. Era l’unica alternativa, poiché la spedizione postale da Senigallia ad Ancona avrebbe implicato almeno dieci giorni di attesa dall’esecuzione della Tac. E non era fattibile aspettare, dato che c’era l’urgenza di una visita oncologica, che era stata fissata prima della probabile ricezione per posta. Quando si ha a che fare coi tumori, la velocità è tutto – riflette l’uomo – In qualche settimana potrebbero cambiare le carta in tavola e non è possibile permettersi di procedere a rilento. Per una pubblica amministrazione – dice – non è così gravoso istituire una banca dati digitale".
Il nostro lettore è quindi tornato a Senigallia, "percorrendo 70 chilometri per la Tac e altri 70 per il ritiro del referto per "ricevere un pezzo di carta e un Cd, che ormai nessun computer legge più in quanto strumento pressoché obsoleto. È una vergogna che nel 2024 la Regione mandi i suoi cittadini malati gravi a 30, 90, o 100 chilometri di distanza per degli esami indispensabili e non esista un database comune né un fascicolo sanitario nazionale aggiornato che la Regione renda fruibile ai cittadini".