PEPPE ERCOLI
Cronaca

Omicidio di San Benedetto, tutti a giudizio i giovani coinvolti nella rissa

Alla sbarra i 5 indagati che hanno preso parte alla rissa avvenuta all’alba del 16 marzo sul lungomare, nei pressi della discoteca Kontiki, durante la quale ha perso la vita il 21enne Amir

Morto accoltellato sul lungomare di San Benedetto: i rilievi dei carabinieri

Morto accoltellato sul lungomare di San Benedetto: i rilievi dei carabinieri

San Benedetto (Ascoli), 16 giugno 2025 – È stato disposto il giudizio immediato per tutti gli indagati coinvolti nella violenta rissa avvenuta all’alba del 16 marzo 2025 sul lungomare di San Benedetto del Tronto, nei pressi della discoteca Kontiki, durante la quale ha perso la vita il 21enne Amir Benkharbouch.

La richiesta è arrivata dal procuratore della Repubblica, Umberto Monti, ed è stata accolta dal giudice per l’udienza preliminare di Ascoli, Angela Miccoli. Il processo, che si terrà davanti alla Corte d’Assise di Macerata, inizierà il prossimo 18 settembre. A giudizio andranno Federico Di Stanislao, Denis Raul Rotaru, Helmi Nessibi, Daniele Seghetti e Francesco Sorge.

Secondo l’accusa, Di Stanislao, 21 anni, originario di Giulianova, avrebbe colpito con una lama al torace l’amico Benkharbouch, provocandone la morte: per lui l'accusa è di omicidio non intenzionale. Gli vengono inoltre contestati il tentato omicidio e le lesioni gravi per aver ferito con un coltello Daniele Seghetti, sottoposto in seguito all’asportazione della milza.

Denis Raul Rotaru, 23 anni, anch’egli di Giulianova, è imputato per tentato omicidio per aver cercato di colpire Seghetti con un machete, e per lesioni gravi nei confronti di Helmi Nessibi. A Francesco Sorge, 31 anni, di San Benedetto, vengono contestate lesioni gravi per aver colpito Di Stanislao e Rotaru con una catena da bicicletta. Tutti e tre – Di Stanislao, Rotaru e Sorge – rispondono inoltre del reato di porto abusivo di armi improprie. Insieme a Nessibi e Seghetti sono accusati di aver preso parte attiva alla rissa. Nel procedimento si sono costituiti parte civile i genitori della vittima, oltre a Seghetti e allo stesso Di Stanislao. Fondamentali per la ricostruzione dei fatti sono state le immagini delle telecamere di sorveglianza e le testimonianze raccolte dai carabinieri intervenuti sul posto.