Monteveglio (Bologna), 4 luglio 2021 - L’ultimo saluto, con tutta probabilità (fino a ieri mancava solo un’ultima autorizzazione), sarà mercoledì nella chiesa di Santa Maria di Monteveglio. Alle 17 l’intera comunità si stringerà attorno alla famiglia di Chiara Gualzetti, 15 anni, uccisa una settimana esatta fa da quello che credeva un amico di un anno in più. "C’è da rimanere impotenti di fronte a una tragedia – sussurra don Ubaldo Beghelli – che ha spazzato via due famiglie". Toccherà a lui, guida della parrocchia di Monteveglio da 40 anni, celebrare il funerale. "Non credo che dietro a ciò che ha commesso quel ragazzo ci sia il diavolo, come avrebbe raccontato. Non so – riprende – cosa abbia voluto dimostrare".
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Lui di un paese a pochi chilometri da Monteveglio, lei che viveva con mamma Giusi e papà Enzo a poche centinaia di metri dalla chiesa, all’inizio di via dell’Abbazia. A due passi da dove il suo aguzzino l’ha attirata con l’inganno, colpita con quattro coltellate (due mortali), presa a calci "perché non moriva". "Sentivo il demonio – ha confessato quando i carabinieri lo hanno arrestato con l’accusa di omicidio premeditato –, è stato lui, non riuscivo a fermarmi. Dovevo uccidere per trovare la pace". "Chiara ogni tanto – riprende il sacerdote – frequentava la chiesa, ogni volta che la vedevo era contenta di scambiare due parole". Oggi, durante la messa della domenica, don Ubaldo ricorderà quel giovane angelo: "Stiamo pregando molto per lei e per la sua famiglia. La comunità è sconvolta".
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Giovedì erano in 1.500 alla fiaccolata in nome di Chiara. "Tutti per lei", dice commosso papà Enzo, tra una pacca sulla spalla e una telefonata di amici, parenti, semplici conoscenti. "Quel ragazzo deve sparire, non dovrà più fare del male a nessuno". Poi c’è mamma Giusi, occhi spenti dietro agli occhiali da vista. "Dal carcere dice ora che è dispiaciuto? – attacca abbozzando un sorriso amarissimo – Non so che cosa prova, cosa ha dentro e non mi interessa minimamente. So cosa provo io e cosa la mia famiglia. Se lui è dispiaciuto per aver ammazzato Chiara, io sono disintegrata senza più la mia bambina. La mia vita si è fermata per sempre domenica mattina".
L'accusa: omcidio premeditato aggravato dai futili motivi
Intanto serviranno 90 giorni per i risultati dell’autopsia del medico legale Emanuela Segreto. "Solo allora – commenta l’avvocato dei Gualzetti, Giovanni Annunziata – avremo un quadro completo. Mentre credo non vi siano dubbi sulla premeditazione: dal messaggio inviato sabato a Chiara, al coltello nello zaino, al viaggio da casa sua a via dell’Abbazia, alla finta promessa della sorpresa. Poi i cambi di versione: alcune volte agisce per conto del demone, altre è Chiara che si vuole suicidare e lui la aiuta, altre è il fastidio dei suoi corteggiamenti. Un chiaro e lucido tentativo di crearsi un alibi". La Procura minorile chiederà una perizia psichiatrica.
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