PAOLO ROSATO
Cronaca

Città 30 nel mirino, il ministero la affossa. Avviso a Bologna: il Comune si adegui

La direttiva del Mit è inequivocabile: "Servono motivazioni strada per strada". Verifiche in vista con ispettori. Ma la giunta tira dritto: "Testo contraddittorio"

Bologna, 2 febbraio 2024 – Matteo Salvini ieri pomeriggio ha firmato la Direttiva del ministero dei Trasporti che regola una volta per tutte la Città 30. Ha vinto la linea del dicastero, guidato dal ministro leghista e dal viceministro Galeazzo Bignami (FdI), un muro che come anticipato stoppa per intero il tentativo di blitz da parte dell’Anci.

La deroga al limite dei 50 all’ora, abbassato ai 30, potrà avvenire solo per comprovati motivi e con un’analisi strada per strada.

Il murale che ritrae il sindaco di Bologna Matteo Lepore comparso in centro a Bologna (FotoSchicchi)
Il murale che ritrae il sindaco di Bologna Matteo Lepore comparso in centro a Bologna (FotoSchicchi)

Depennato l’allargamento per "aree aggregate", un grimaldello che avrebbe voluto inserire l’Anci per dare ai municipi più agio nell’applicazione dei 30 all’ora.

Tutto il contrario: adesso le fughe in avanti verranno passate ai raggi X.

La Città 30 è stata affossata, se applicata indistintamente a tutto il territorio urbano.

Le novità 

Il pilastro della Direttiva. "I provvedimenti adottati dagli enti proprietari devono essere informati, a pena di illegittimità, a un approccio capillare, consistente nell’introduzione di deroghe rispetto al limite generale dei 50 solo per strade e tratte delimitate – si legge –, perché solo tale approccio consente di fornire adeguate motivazioni".

Il concetto di ‘scorrevolezza’ del traffico si aggiunge a quello di ‘sicurezza’, e "non risulta coerente" al 142 del Codice della Strada "una motivazione riferita indistintamente a una pluralità di strade o tratti di strada pertinenti a un’intera strada urbana".

Nero su bianco anche i controlli da Roma, perché "il ministro può incaricare gli uffici territoriali del ministero a effettuare controlli di merito in relazione ai provvedimenti" di Città 30. Il Mit prevede anche un obbligo di monitoraggio continuo da parte delle Città su questo tipo di misure, "l’ente competente deve indicare analiticamente le casistiche in atto (...), gli obiettivi di miglioramento che si intendono raggiungere entro un determinato arco temporale, alla scadenza del quale l’ente dovrà procedere al riesame dei provvedimenti adottati ove vengano meno le cause". Insomma, la verifica dovrà essere continua.

In soffitta "piste e corsie ciclabili" (a Bologna ormai presenti ovunque) come giustificazione per introdurre la zona 30: per la Direttiva ministeriale i 30 all’ora sono leciti "in strade ad alta frequentazione di pedoni e ciclisti". Espunte, tra i luoghi sensibili, anche le attività commerciali.

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Il botta e risposta

Duro il viceministro Bignami: "Ora confidiamo che il Comune di Bologna si adegui. Se necessario, disapplicheremo queste ordinanze, intrise di un ideologismo fine a se stesso e prive di buon senso". La Lega. "Serve un’indicazione per ogni singola strada il cui limite viene abbassato o alzato rispetto a quello disposto dal codice della strada. Invitiamo il sindaco ad adeguarsi e a rispettare la legge", sottolineano il capogruppo Matteo di Benedetto e il segretario cittadino Cristiano Di Martino.

Preannuncia trincee invece Palazzo d’Accursio. "Studieremo la direttiva che da una prima lettura ci pare essere contraddittoria – argomenta l’assessora alla Nuova Mobilità, Valentina Orioli –. Riteniamo di essere in linea con il Codice della strada per la nostra Città 30. Non faremo mancare la nostra collaborazione e disponibilità, perché la nostra priorità è la sicurezza stradale e la qualità della vita delle persone. Cogliamo anche con interesse la parziale retromarcia del viceministro Bignami in una trasmissione televisiva di una rete locale (su E’Tv, ndr ), nella quale riconosce finalmente la legittimità della Città 30 e propone di aprire un dialogo. Proseguiremo quindi fiduciosi il confronto assieme ad Anci e insieme al ministero". Sempre possibile un ricorso al Tar.

La satira

Matteo Lepore raffigurato con tanto di paletta e cappello della Polizia locale, e alle sue spalle un cartello Città 30. Sotto di lui, tra sacchi dell’immondizia e un forziere pieno di banconote. É ‘Leporandia’, l’opera di street art spuntata sul muro di via Valdonica, che racconta il dibattito attuale. La firma è di Evyrein, nome di battaglia liberamente ispirato al videogioco ‘Heavy Rain’.

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