Incidente Bologna, Merola. ‘‘Esplosione, già arrivati i primi risarcimenti’’

Intervista di Ferragosto al sindaco. "Passante, il Governo non ci blocchi. Ecco cosa farò con azioni Hera, stadio e tram"

Il sindaco Virginio Merola

Il sindaco Virginio Merola

Bologna, 15 agosto 2018 - Da una tragedia all’altra, dal boato dell’A14 a Borgo Panigale con il suo corollario di morte e feriti al giorno più nero di Genova. Virginio Merola pensa anche all’emergenza ligure: "Voglio inviare il mio cordoglio alla famiglia del nostro concittadino che non ce l’ha fatta a causa delle ferite riportate per l’esplosione. E poi Genova, un disastro immane. Come sindaco di una città che si è trovata ad affrontare diverse emergenze nella sua storia invio un messaggio di grande vicinanza alla città e ai genovesi, alle famiglie di chi non c’è più. Bologna è a disposizione come sempre".

Ma nel tradizionale colloquio con il ‘Carlino’ per Ferragosto il primo cittadino dà, pur nella fatica dell’urgenza, una buona notizia: "Posso anticipare che l’assicurazione coinvolta ha già cominciato a liquidare i primi danni: è un buon risultato, segno di dialogo e di serietà della compagnia assicurativa Allianz con cui siamo in costante contatto. Siamo soddisfatti".

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E il Governo vi ha aiutati?

"Abbiamo affrontato la tragedia dell’autostrada da soli, non serviva aiuto: abbiamo saputo reagire, i bolognesi hanno reagito, hanno fatto scuola. Pensiamo al 118, a come è stata gestita la fase dei soccorsi: quanto accaduto è la dimostrazione di quanto bene si può fare collaborando, agendo e reagendo insieme, con un senso di comunità spiccato. Inoltre abbiamo trovato le travi e, per quanto riguarda la viabilità, ai primi di ottobre tutto sarà ripristinato. Dobbiamo essere orgogliosi di noi stessi, è un bel messaggio anche per il Paese".

Il Governo, dicevamo. Dov’è il Governo a Bologna?

"Il premier Conte è venuto ma non l’ho incontrato. Posso dire che mi sembrano presi da tutte le loro contraddizioni: tenere insieme partiti così diversi si sta rivelando un problema, tutto alla fine si risolve rinviando le discussioni o prendendo provvedimenti discutibili solo per l’ansia di mantenere le promesse elettorali".

Fa riferimento per caso alle infrastrutture? E’ inevitabile tornare sul Passante.

"Chiariamo subito un nodo fondamentale: in democrazia avere la maggioranza non significa fare quello che ti pare, ci sono enti locali e Regioni eletti dai cittadini. Se si facesse un confronto di merito, noi saremmo i primi interessati. Il Passante per la prima volta è finanziato, ne discutevamo da vent’anni. Io ho fatto scelte chiare prima di essere rieletto: non voglio cementificare ettari ed ettari di terreno agricolo quindi non voglio il Passante Nord; non voglio il Passante Sud per gli stessi motivi ambientali. Al Movimento 5 Stelle dico allora: ‘Discutiamo dell’allargamento, visto che siete arrivati anche voi a prendere atto, dopo l’ipotesi della banalizzazione, che qualche lavoro va fatto".

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Quindi potreste trovare una soluzione intermedia?

"Se stiamo nel merito, una soluzione per rendere il traffico più fluido si può trovare. Quei soldi non vanno buttati via, anche perché servono per le mitigazioni ambientali e per completare la viabilità di tutta l’area metropolitana".

Il ministro Toninelli e la maggioranza puntano sul sistema di trasporto pubblico.

"Beh e noi no? Abbiamo portato a casa i soldi del sistema ferroviario metropolitano, del filobus, delle stazioni ferroviarie, adesso parte il tram. Se evitiamo di contrapporci per politica e stiamo sul merito, una soluzione la troviamo".

Dunque, anche dopo l’incidente in tangenziale, non si torna indietro?

"No, il Passante di Mezzo è la scelta più ecologica e di prospettiva. Non bisogna cementificare, l’ipotesi migliore è l’allargamento in sede. Vogliono rinunciare all’ampliamento dell’autostrada e concentrarsi sulla tangenziale? Va bene, discutiamone, ma non fermiamoci. Anzi, non bloccateci".

Si arriva quindi al tema delle periferie: qui non è solo colpa del Governo.

"Infatti il Pd ha sottovalutato la cosa, ha commesso un errore clamoroso votando al Senato quel provvedimento. Ora c’è il passaggio alla Camera: visto che hanno protestato anche sindaci leghisti e M5s, mi auguro che si possa raddrizzare quel provvedimento. Noi abbiamo presentato in tempo i progetti nelle scadenze che ci hanno chiesto: si tratta solo di sbloccare il finanziamento. Siamo pronti, i bolognesi sono pronti".

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E i bolognesi sono pronti anche per la moschea?

"E’ una scelta che rifarei, per il semplice fatto che noi ci dobbiamo occupare di integrazione in modo concreto e fattivo. Il centro di cultura islamica c’è dal 1999 con Guazzaloca, poi la sede è stata confermata da tutte le amministrazioni. Qui non si parla di costruire minareti o una grande struttura, ma di rendere quel luogo più accogliente e ordinato, ora è un capannone. Chiedo a Matteo Salvini di fare il ministro dell’Interno, che ha il compito di garantire sì la sicurezza, ma anche di fare integrazione. E se noi non diamo risposte all’Islam moderato a chi dobbiamo darle? Peraltro stiamo parlando di cittadini bolognesi. Non ne parliamo come ospiti, è ora che capiamo...".

Intanto avete approvato la nuova ordinanza sulle sale slot. Come mai?

"E’ una questione di legalità. Parliamo di droghe, di nuove droghe: l’azzardo lo è e noi dobbiamo dare segnali, è una questione di civiltà".

Guardiamoci indietro per un attimo: otto anni dopo, com’è cambiata Bologna?

"Tanto e in meglio. Abbiamo reagito, siamo primi per molti indicatori, il turismo è esploso, i servizi, il welfare e l’export vanno molto bene. Abbiamo puntato sulla pedonalità e non abbiamo sbagliato. Poi errori e limiti li hanno tutti, ho sicuramente commesso sbagli, ma la città sta meglio, pur con tutte le contraddizioni di una città moderna".

E se guarda avanti?

"Voglio lasciare lo stadio, almeno che siano iniziati i lavori: a settembre tutto sarà chiaro, stanno preparando i documenti, potremo dire come si ristruttura il Dall’Ara".

Lo sguardo si rivolge al 2021...

"Non sono il padrone del Comune, posso solo augurarmi che il lavoro di questi anni non venga regalato a una giunta di destra. Cercherò di impedirlo per quanto in mio potere, però c’è ancora tanto da fare: stadio, tram e poi i fondi. Non a caso ho annunciato la vendita delle azioni di Hera: a volte mi descrivono come arrogante, ma un po’ di competenza ce l’ho dopo tanti anni da amministratore. Tutti aspettiamo il 15 ottobre con la legge di bilancio del nuovo Governo: diciamo che mi sono messo avanti perché credo che quei soldi ci saranno molti utili".

La situazione del Pd è invece sempre più complicata. Come se ne esce?

"Risolverla cambiando nome non è buona idea, il problema è più serio, ci vuole un cambiamento di sostanza. Dobbiamo rispondere in modo convincente alla crisi della sinistra e alla crisi democratica del Paese. Bisogna unire tutti i democratici e quelli che credono nella giustizia sociale contro chi pensa che i problemi si risolvano chiudendosi, ad esempio in Europa. E’ un punto decisivo: quindi venga Federico Pizzarotti (il sindaco di Parma ex grillino che ha proposto un nuovo soggetto politico oltre il Pd, ndr) e tutti quelli che vogliono confluire in un’idea come questa".

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