NICOLETTA TEMPERA
Cronaca

Via Riva Reno, un calvario. Senza caldaia, né telefono: “Freddo come in guerra”

La signora Amina Testi, 99 anni, vive nel condominio al civico 60. “L’alluvione e i lavori del tram ci hanno reso la vita impossibile”

Bologna, 1 dicembre 2024 – “Neanche durante la guerra ho sentito tanto freddo”. La signora Amina Testi, 99 primavere portate con allegria e garbo, negli ultimi due mesi ne ha vissute di tutti i colori. Il perché è presto detto: la nonnina abita in una delle strade più ‘sfortunate’, in questo 2024, di Bologna, via Riva Reno. Che, tra disagi legati al cantiere del tram e alluvione, sta mettendo a dura prova la sopportazione dei residenti. In particolare di quelli che vivono e lavorano nei condomini ai civici 60 e 62, come la signora Amina.

“Da due mesi mia mamma è senza telefono, perché, da quanto ci hanno detto dalla società di telefonia, un cavo è stato tranciato durante i lavori per il tram”, racconta la figlia di Amina, Silvia Zironi. Un problema, certo, ma nulla a confronto con quanto avvenuto poi: “Dopo l’alluvione del 19 ottobre scorso, la mamma e gli altri residenti sono senza riscaldamento e senza acqua calda – spiega Silvia –. Infatti, quando il canale del Reno è esondato, il fango ha invaso le nostre cantine, entrando dalle grate di areazione sotto i portici. In più i tombini all’interno dei nostri locali sono esplosi per la pressione sotterranea dell’acqua: insomma, le cantine si sono completamente allagate e con loro la caldaia condominiale, da buttare”.

Tra il tempo necessario alla sistemazione dei locali e l’acquisto e impianto della nuova caldaia, da 70mila euro, probabilmente il riscaldamento tornerà in funzione per Natale. “Almeno è quello che speriamo, anche perché senza caldaia non arriva neppure l’acqua calda: la mamma è in forma, ma ha comunque 99 anni e come lei nel palazzo c’è un’altra signora di 97 anni, oltre a famiglie con bambini: la mamma va avanti con le stufette elettriche, ma i palazzi hanno una certa età, gli impianti sono quelli che sono... E più di tre non può accenderne contemporaneamente, perché salta la corrente”, dice ancora Silvia. Mamma Amina, la sua l’ha detta in video: “Mi sono presa un bel raffreddore – dice – è una vergogna che da due mesi in casa non ci siano né riscaldamento, né acqua, né telefono. E neanche il sindaco è venuto a vedere i danni che abbiamo in cantina. In 99 anni mai successa una cosa del genere”. “Adesso anticiperemo la spesa, chissà se arriveranno ristori – dice infine Silvia –. Ma mi preme dire che l’alluvione non è finita a ottobre: le conseguenze che viviamo (e vivremo ancora per molto tempo) ci danneggiano”.

Della vicenda si è interessato anche il consigliere comunale della Lega Giulio Venturi: “Quanto successo alla signora Amina è degno di un paese del terzo mondo e non di una città che ambisce a essere la più progressista e all’avanguardia d’Italia”, dice l’esponente del Carroccio, che si rivolge anche lui al primo cittadino perché si interessi alle problematiche della zona di via Riva Reno. “Come è possibile avere una città sottosopra per cantieri infiniti che si accavallano senza avere mai una soluzione lungimirante? Forse Lepore, preso com’è dal sondaggio se i bolognesi preferiscono il tram rosso o oro non ci ha pensato. Noi rimaniamo esterrefatti e chiediamo vengano previsti ristori all’altezza dei danni che i cantieri stanno provocando in tempi rapidissimi e non solo dopo che sarà dimostrato l’effettivo calo delle vendite. I cittadini e i commercianti hanno bisogno di supporto e azioni tempestive oggi, domani potrebbe essere già troppo tardi”.