
Jalen Blesa durante la presentazione insieme a Filippo Fusco e Massimo Agostini
Jalen Blesa è uno di quelli che preferisce lasciar parlare i fatti. Il che non è affatto un male. L’attaccante spagnolo approdato a Cesena come prima tappa italiana di una carriera che lo ha già visto viaggiare tanto, soprattutto nell’Europa dell’Est, sceglie di presentarsi in inglese, mantenendo sempre il sorriso sulle labbra e chiarendo fin da subito di essere arrivato qui col massimo della determinazione necessaria a ricavarsi spazi importanti.
A presentarlo è stato prima di tutto il ds Filippo Fusco: stretta di mano, immancabile foto con la sciarpa bianconera alla presenza del Condor Massimo Agostini, pacca sulla spalla e via: benvenuto in Romagna.
"Sono molto contento del tipo di operazione che abbiamo concretizzato – ha commentato Fusco – lo sono sia per le modalità che per i tempi coi quali la abbiamo portata a termine. Fin dai primi giorni in cui lo ho visto al lavoro, mi sono reso conto di quanto fosse realmente motivato a indossare la nostra maglia. In base alle sue caratteristiche tecniche per di più lo vedo come partner ideale nel nostro schieramento offensivo insieme a Cristian Shpendi. Sta imparando, tanto e in fretta. La lingua, certo, e grazie a quella si affina il feeling coi compagni e l’allenatore. L’attitudine è quella giusta, siamo tutti certi che sarà un giocatore importante per il nostro progetto".
Assist a porta vuota per il neo arrivato che deve solo imbucare: "Il mio agente ha contatti col mercato italiano – ha raccontato Blesa - e appena mi ha parlato della possibilità di venire a giocare a Cesena, non me lo sono fatto dire due volte. Ho messo fin da subito il massimo impegno per dimostrare di avere tutta la determinazione necessaria a ritagliarmi uno spazio in squadra. Ci sono occasioni che quando capitano bisogna prenderle. Questa era una di quelle. Io lo ho fatto".
Il nuovo arrivato è nato in Spagna, dopo di che da ragazzo si è trasferito in Inghilterra, a Londra. Ha comunque vissuto sempre con la valigia a portata di mano, dal momento che per inseguire il pallone e i suoi sogni, ha velocemente maturato esperienze nel campionato kosovaro, in quello rumeno e in quello georgiano, debuttando pure in Champions League e in Europa League. Statistica che ovviamente non è passata inosservata a Fusco e al suo entourage, tanto che ieri il ds si è assicurato di ribadirla con chiarezza.
"Ho già un buon feeling con tutti – ha aggiunto l’attaccante – sia coi compagni che con l’allenatore. Giocare insieme a Shpendi? Benissimo, sono pronto, darò il massimo, cercando di contribuire alla vittoria del maggior numero possibile di partite. In definitiva, in qualsiasi posizione il mister vorrà schierarmi, per me andrà benissimo".
In effetti lo spirito pare quello giusto, alimentato anche dalla serenità che ispira già da seduto al tavolo, di fronte a gente mai vista che gli parla in una lingua che ancora non conosce ("La prossima volta però la conferenza la facciamo in italiano", ha sorriso alla fine Fusco) ma che vuole imparare in fretta. "Paragoni con altri calciatori? Bhe, se mi guardate i capelli, accetto molto volentieri l’accostamento con Joshua Zirkzee…".
Ride; meglio, sorride e scrolla la testa, come in un: ‘provate a dire che non è vero’. Inconfutabile. Da lì si avventura verso altri nomi, altre storie e altri modi di giocare. Iniesta e Neymar. Scusate se è poco. Un passo alla volta, ad ogni modo. Il primo in Italia è qui, in Romagna, col bianconero che già l’ufficio marketing gli ha rifilato addosso in occasione delle foto per la presentazione della nuova maglia. Magari è un buon auspicio. Lo dirà, in una lingua che non serve imparare, il campo.