Bologna, 22 luglio 2021 – “Il rischio di contrarre il Covid-19 per i non vaccinati oggi, a luglio 2021, è identico a quello che c’era a marzo o aprile 2020, quando le terapie intensive erano piene”. Sono molto dirette ed esplicite le parole di Vittorio Sambri, direttore dell’Unità operativa complessa di Microbiologia dell’Ausl della Romagna e professore dell’Università di Bologna. “Non si tratta solo di una responsabilità individuale fare il vaccino, ma anche etica e sociale”, continua.
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“Se riuscissimo a proteggere il numero massimo possibile di persone, allora l’effetto di immunità di gregge – perché è lì che dobbiamo arrivare – proteggerà anche quelle poche persone che veramente non possono vaccinarsi, a causa di serie controindicazioni. La vaccinazione ha un ruolo estremamente importante. Ci permette di ridurre quasi a zero il rischio di andare in ospedale e non si può non fare”.
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Coronavirus, Rimini maglia nera: è di nuovo boom di contagi Professor Sambri, quando inizia la copertura dell'immunizzazione? Si è immuni già dopo la prima dose? “La completa efficacia della copertura vaccinale si ha a circa due settimane dalla seconda dose, per i vaccini che prevedono due dosi. Questo è il dato scientifico che abbiamo. Ovviamente l’immunizzazione è un processo individuale, che si sviluppa nel tempo e gradualmente. Dopo la prima dose è molto variabile e cambia da soggetto a soggetto. Ma anche chi l’ha fatta da dieci o quindici giorni può avere una protezione minima o molto consistente. Non è un dato che può essere però generalizzato”. Ci sono vaccini in percentuale più efficaci di altri contro la variante Delta? “No, da quello che sappiamo oggi, i vaccini sono tutti egualmente efficaci”. Si può risultare positivi al tampone dopo la vaccinazione? “Assolutamente sì, perché non dobbiamo dimenticare che la vaccinazione protegge contro lo sviluppo della malattia e c’è un’importante differenza tra vaccinazione e infezione. Per esempio, se mi infetto posso non avere sintomi o averne di estremamente lievi. Ma il vaccino e la sua efficacia si misurano nei confronti della produzione di anticorpi verso la malattia. Se sono vaccinato posso infettarmi, anche se è molto meno probabile rispetto a un soggetto non vaccinato. È un evento che comunque può verificarsi, ma non si può parlare di fallimento della vaccinazione, perché questa agisce non contro la positività in sé, bensì contro la malattia. La vaccinazione non abolisce la circolazione virale, anche se la riduce in maniera molto consistente, ma la malattia”. Quindi il merito dei vaccini è evitare l’ospedalizzazione. Se ci si vaccina non ci si ammala gravemente. “Esatto. Lo scopo del vaccino è prevenire la malattia. Quando parliamo del 94 o 95% di efficacia di un vaccino, significa che il 94% di quelle persone vaccinate non si ammala, mentre le altre sì”. C’è qualcosa che è bene fare prima della vaccinazione? “La vaccinazione è un processo assolutamente non rischioso. Non c’è niente che io debba fare prima e non c’è niente che io non possa fare dopo. Se una persona sa di avere una situazione di rischio, ma deve essere lo sottolineo un rischio definito, al momento della vaccinazione la dichiara e risponde alle domande del medico vaccinatore”.
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