Lavoratori stagionali: “All’Emilia Romagna ne mancano almeno 6mila per l’estate”

Per i settori agricoltura e turistico-alberghiero occorre il triplo di forza lavoro straniera. L’appello al Governo del ‘Patto per il lavoro e il clima’: “Si aggiorni il decreto flussi”

Bologna, 21 aprile 2023 - L'avvicinarsi dell'estate, e anche dei ponti del 25 aprile e del primo maggio, porta in primo piano il tema dei lavoratori stagionali: la carenza, in questi ultimi tempi, sta diventando strutturale e sono ormai moltissimi gli imprenditori che lamentano l'insufficienza di forza lavoro.

In sostanza in Emilia Romagna occorre occorre il triplo di lavoratori stranieri stagionali per i settori agricoltura e turistico-alberghiero.

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Il Dpcm flussi: poco più di 2mila stagionali

Per questo il 'Patto per il Lavoro e il Clima' (60 realtà rappresentative del sistema territoriale dell'Emilia-Romagna) ha inviato una richiesta all'Esecutivo dove si chiede che si intervenga, in sede di aggiornamento del Decreto flussi e, tenendo in considerazione le reali esigenze segnalate dal sistema imprenditoriale regionale, che si aumenti la quota di lavoratori stagionali dell'Emilia-Romagna. Il numero degli stagionali assegnati dal Dpcm 'flussi' del Governo, poco più di 2mila, è insufficiente per le esigenze e, in base a quanto stimato dalle associazioni datoriali, tale quota soddisfa circa un quinto del fabbisogno espresso dal settore agricolo e da quello turistico alberghiero regionali. In una regione in cui il tasso di disoccupazione è pari al 5%, tanto da considerarsi fisiologico, dunque, le 2.095 persone assegnate sono largamente insufficienti ad affrontare sia la stagione agricola della raccolta, sia quella turistica, entrambe alle porte, mettendo in difficoltà tanti altri settori.

I destinatari dell'appello

La missiva è stata indirizzata ai ministri Adolfo Urso (Imprese e Made in Italy), Marina Elvira Calderone (Lavoro e Politiche Sociali), Francesco Lollobrigida (Ministro dell'Agricoltura, Sovranità Alimentare e Foreste), Daniela Santanché (Turismo) e Matteo Piantendosi (Interno).

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Il rischio del lavoro nero

Il Tavolo esprime "preoccupazione anche in merito al rischio che aumenti in modo sensibile lo sfruttamento di persone costrette a vivere in clandestinità e, con esso, la pratica del lavoro nero e del caporalato, a scapito del lavoro regolare. A tal fine, il tavolo ritiene inoltre urgente lo stanziamento delle risorse da destinare agli Enti Locali per la realizzazione di tutti gli interventi utili a promuovere l'integrazione sociale e l'accesso ai diritti fondamentali".

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Il sistema Emilia-Romagna, inoltre, chiede lo scorrimento complessivo delle liste dei lavoratori stranieri non stagionali, rispetto ai quali - a seguito del click day dello scorso 27 marzo - le imprese emiliano-romagnole hanno avanzato 5mila richieste.

"Avviamo un confronto"

La Regione e i firmatari del Patto per il Lavoro e per il Clima esprimono "la piena disponibilità ad avviare un confronto con il Governo utile ad affrontare tali problematiche, attuando politiche per sostenere la qualità del lavoro in particolare nei settori caratterizzati da forte stagionalità, individuando una soluzione strutturale agli ingressi che permetta una crescita sostenibile del sistema produttivo regionale e nazionale, promuovendo occupazione di qualità e rispetto della legalità, contrastando con ogni mezzo il lavoro irregolare e i fenomeni di grave sfruttamento lavorativo, anche attraverso la corretta applicazione dei contratti collettivi di lavoro sottoscritti dalle organizzazioni comparativamente più rappresentative sul piano nazionale".