TIZIANA PETRELLI
Cronaca

Capolavori di terra e fuoco. Fano svela i tesori di Bettini

Dall’importante collezione di ceramica rinascimentale, una mostra a Fano al Palazzo Malatestiano

Sopra, Giorgio Gragnola e Claudio Giardini. Sotto, due ceramiche in mostra

Sopra, Giorgio Gragnola e Claudio Giardini. Sotto, due ceramiche in mostra

"Fare la pizza è più facile che cuocere i maioli", scherza lo storico Claudio Giardini, mentre ci accompagna alla scoperta di un’arte antica e affascinante: quella della ceramica rinascimentale. Le sue parole risuonano tra le mura del Palazzo Malatestiano, dove ieri si è aperta la mostra “Capolavori di terra e fuoco. La Collezione Alessandro Bettini“, promossa dalla Fondazione Carifano con il sostegno di Azimut Capital Management. In esposizione, 138 opere che raccontano tre secoli di storia – dal tardo Trecento ai primi del Seicento – attraverso la forza narrativa di boccali, orcioli, piatti e bacili. "È una collezione che conosco bene – ha raccontato Giardini – perché so con quanto amore e dedizione Alessandro Bettini ha cominciato a raccogliere, già dalla metà degli anni Ottanta, pezzi unici del repertorio pesarese e fanese". Una raccolta nata dall’amore per la ceramica d’uso – quella delle mense, delle case – e arrivata, con il tempo, alla raffinatezza della maiolica istoriata, simbolo della magnificenza del Ducato di Urbino. La mostra, curata dallo stesso Giardini con Bettini, è articolata in due sezioni: la prima dedicata alla produzione ceramica pesarese dei periodi malatestiano e sforzesco; la seconda alla maiolica istoriata del periodo roveresco, realizzata nelle botteghe urbinati, durantine e pesaresi, tra le più celebri al mondo.

"Nel Rinascimento, la ceramica diventa oggetto di bellezza e dono diplomatico – ha ricordato Giardini –. I Della Rovere la commissionavano agli artigiani, facendola arrivare alle grandi corti europee, come quella di Filippo II di Spagna. In quei piatti non c’era solo decoro, ma un racconto: storia romana, guerra di Troia, simboli religiosi". Una narrazione che rivive nei 14 esemplari istoriati presenti in mostra, testimoni di una cultura raffinata e colta.

"È una nuova esposizione allestita nelle due sale retrostanti la sala di rappresentanza – aggiunge il presidente della Fondazione, Giorgio Gragnola –. Un patrimonio importante che si apre alla città, arricchendone l’offerta culturale estiva e raccontando un capitolo prezioso della nostra storia artistica". L’ingresso è gratuito, così come gratuita sarà l’esperienza di visita, impreziosita dalla presenza di cinque giovani cicerone – tutte appena laureate con la professoressa Cecilia Prete dell’Università di Urbino – che accompagneranno i visitatori con competenza e passione: Aurora Bardeggia, Chiara Chiesura, Giulia Letizi, Giulia Pompili e Ania Tosi.

Durante il periodo estivo, la mostra sarà visitabile ogni giovedì, venerdì, sabato e domenica in orario serale, dalle 21 alle 23. Dal 4 settembre e fino alla chiusura, prevista per domenica 28 settembre, le visite saranno invece pomeridiane, dalle 17.30 alle 19.30. Per chi desidera portare con sé un ricordo, sarà disponibile anche il catalogo della mostra, con un contributo volontario: "una banconota", si suggerisce con il sorriso, che diventerà un gesto concreto di solidarietà, perché tutto il ricavato sarà devoluto alla mensa di San Paterniano.

Tiziana Petrelli