Giacomo Cesaretti morto alla Polver di Fano. Ecco chi era il ‘Cesa’ amato da tutti

Solare diceva sempre: "Il meglio deve ancora venire". Musica e sport come passioni. Il padre era morto quando era bimbo, lascia la madre e un fratello più piccolo

Nella foto gli operai davanti all'azienda della tragedia e a destra la vittima Giacomo Cesaretti

Nella foto gli operai davanti all'azienda della tragedia e a destra la vittima Giacomo Cesaretti

Fano, 6 aprile 2023 – Aveva appena 26 anni "Cesa" e tutta una vita davanti. "Il meglio deve ancora venire" ripeteva spesso a se stesso, quel ragazzo che ieri mattina ha trovato la morte ad attenderlo, sul luogo del suo lavoro ancora precario.

Giacomo Cesaretti era un ragazzo allegro e solare, sempre positivo nonostante le avversità della vita. Aveva perso il padre intorno ai 5 anni e questo, a detta degli amici, lo aveva segnato tanto, rendendolo un ragazzo estremamente gentile con tutti, disponibile, mattacchione ma pacato. Una pacatezza che trasmetteva già dal tono della sua voce.

Di «Cesa» infatti dicono tutti che era un ragazzo dai sani principi, molto legato alla mamma e al fratello di due anni più piccolo. Cresciuto nella campagna fanese, a Roncosambaccio, dopo gli studi al liceo linguistico Nolfi, aveva preferito andare a lavorare piuttosto che allontanarsi da casa per frequentare l’Università.

Un ragazzo mosso dal senso del dovere, che non rinunciava però al suo spirito giocoso. "Era un ragazzo dolcissimo, un gran bravo ragazzo - ci racconta con la voce strozzata dal pianto Giuseppe, il papà di Alessandro, amico fraterno di Cesa -. Dopo le scuole superiori invece dell’Università aveva scelto di andare a lavorare. Mi pare che lavorasse lì da un annetto circa. Il papà è morto con una brutta malattia quando era piccolo ed ora la mamma è in cima ai nostri pensieri. Si è cresciuta da sola questi due bellissimi figli. Non ci capacitiamo di questa tragedia. Mio figlio è sotto choc. Continua a ripetermi ‘sabato sera siamo stati insieme a casa sua, l’ultima cosa che potevo immaginare è che fosse un addio’. Anche per me è difficile parlarne in questo momento".

Amava la musica e lo sport, Giacomo. Da piccolo si era dedicato con successo allo Judo. Ma da grande il suo cuore era andato nel pallone. "Fino allo scorso anno era un arbitro di calcio - ci racconta frastornato il consigliere regionale Luca Serfilippi, arbitro pure lui - e ci allenavamo insieme. La definizione migliore che riesco a dare di ’Cesa’ è che era davvero un amicone, sempre solare".

"Era buono come il pane - prosegue il videomaker Enrico Anniballi, che lo aveva conosciuto al tempo del liceo -, uno di quei ragazzi con cui ti trovi subito a tuo agio. Sempre disponibile, molto socievole, sapeva mettersi sempre in gioco. Abbiamo collaborato a molti progetti scolastici. Ora la sua voce mi rimbalza nella testa, perché mi metteva serenità. La notizia della sua morte mi ha sconvolto, mi fa capire quanto possa essere significativa una conoscenza, un’esperienza di vita vissuta insieme, anche a distanza di anni. E’ assurdo, perché non ci frequentavamo più da allora, ma l’ho incontrato proprio ieri. Ci siamo salutati. Non avrei mai immaginato che fosse un addio".