
La Fermana affronta giorni difficili tra trattative fallite, debiti da ristrutturare e stipendi non pagati.
Sono giorni particolari in casa Fermana, di attesa su più fronti. Da un lato l’interruzione brusca della trattativa per la cessione al gruppo italo-maltese rappresentato da Francesco Pileri ha di certo fatto deflagrare la situazione in casa canarina. Tutte le note ufficiali rese pubbliche dalla società fin dal giorno dopo la retrocessione, lasciavano chiaramente intendere che la trattativa stava andando avanti nella giusta direzione. Il primo annuncio risaliva al 28 aprile, giorno successivo alla matematica retrocessione in Eccellenza. Proprio in quel periodo era emersa la possibilità di valutare una sinergia maggiore in chiave futura con l’Afc Fermo, che già gestisce il settore giovanile della Fermana dalla scorsa estate, con un supporto anche da parte di altri fermani pronti a dare sostegno come Rodolfo Ulissi, assicuratore e tifoso canarino. Proprio il tempismo di quella comunicazione ufficiale, fece naufragare di fatto quell’opzione fermana. E’ di sabato scorso invece la chiusura definitiva con il "gruppo Pileri" e il pallino tornato in mano alla famiglia Simoni che detiene il 100% delle quote e che deve ora trovare una nuova soluzione in vista della nuova stagione. Nessuna intenzione quel discorso legato ad Afc Fermo ed Ulissi che considerano quella ipotesi chiusa. Ma sono giorni ancora più caldi perché è atteso l’ok sull’omologa da parte del Tribunale di Fermo relativo alla ristrutturazione del debito: passaggio cruciale, senza il quale parlare di futuro per la Fermana diventa utopico. Nulla sull’omologa si sa al momento di certo: dalla società è sempre filtrato ottimismo mentre qualche dubbio lo ha lasciato le parole di Pileri, soprattutto sulle motivazioni della richiesta. In caso di ok servirà un esborso importante nei successivi sessanta giorni (quantificabile in circa 800mila euro complessivi).
Ma desta anche apprensione la questione relativa agli stipendi (quatto) non ricevuti dagli atleti che, non inficiando tecnicamente sull’iscrizione (la cui scadenza è intorno alla metà di luglio), ma espone al rischio vertenze da parte degli stessi tesserati. Insomma una situazione molto complicata (considerando anche la parte dei sospesi con i privati che non rientrano nell’omologa) che dunque fa accendere una luce rossa di pericolo sulla situazione della Fermana. Chiaro che in un contesto simile tornano di moda anche il possibile Piano B legato alla Palmense, squadra del comune di Fermo militante in Promozione. Questa potrebbe essere chiamata, in caso di sparizione dell’attuale matricola dei gialloblù (ovviamente l’auspicio è che ciò non avvenga), a diventare la squadra di riferimento del capoluogo di provincia, diventando così la nuova Fermana. Voci di colloqui in tal senso si rincorrono ma al momento la situazione è quantomeno nebulosa in ogni direzione.
Roberto Cruciani