FABIO CASTORI
Cronaca

Incassano i soldi degli atleti: 3 dirigenti sotto processo

Devono rispondere dei reati di falsità materiale e truffa aggravata, hanno intascato all’oscuro dei tesserati 250mila euro previsti dal decreto Cura Italia

Gli investigatori delle Fiamme Gialle

Gli investigatori delle Fiamme Gialle

Fermo, 27 febbraio 2024 – Avevano incassato illecitamente oltre 250.000 euro di indennità previste dal decreto "Cura Italia" per il covid, mentre in gran parte spettavano ai giovani sportivi tesserati. Per questo motivo tre dirigenti di una società dilettantistica sportiva fermana sono stati rinviati a giudizio e dovranno comparire davanti al giudice del tribunale di Fermo per rispondere dei reati di falsità materiale commessa da privato e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.

La scoperta è stata fatta dagli investigatori del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Fermo dopo un’attività investigativa scaturita da anomalie rilevate sui cassetti fiscali di diversi giovani associati ad un’importante associazione sportiva dilettantistica del Fermano, nei quali risultava presente una certificazione unica emessa nei loro confronti dalla Sport e Salute Spa riguardante l’erogazione di una somma riconducibile al contributo, tuttavia mai richiesto né percepito.

Come noto, con il decreto legge del 17 marzo 2020, il cosiddetto "Cura Italia", erano stati previsti e stanziati una serie di contributi statali per il sostentamento di alcune categorie professionali che, a causa della crisi pandemica e delle conseguenti limitazioni adottate, avevano conosciuto una forte battuta d’arresto e, in alcuni casi, una vera e propria sospensione delle attività, comprese le società sportive. Tra queste l’associazione sportiva fermana finita nel mirino dei finanzieri.

Gli accertamenti, eseguiti su delega della Procura della Repubblica di Fermo, avevano svelato un ingegnoso sistema posto in essere dall’associazione sportiva, che avrebbe presentato l’istanza per l’accesso al beneficio in nome e per conto di oltre 50 collaboratori, totalmente inconsapevoli. I militari del Gruppo di Fermo, dopo aver acquisito ed esaminato tutta la documentazione presentata alla Sport e Salute Spa dall’associazione sportiva per l’ottenimento del beneficio, avevano convocato numerosi ragazzi destinatari del contributo statale, i quali avevano completamente disconosciuto sia le firme apposte, sia il modello e il contenuto dell’istanza. Gli stessi avevano inoltre confermato di non aver mai richiesto né percepito alcun compenso o rimborso.

Tali dichiarazioni erano state comprovate dal fatto che, tra la documentazione acquisita, vi fossero anche diverse deleghe all’incasso, anch’esse falsificate, con cui i ragazzi, sprovvisti di un proprio conto corrente, avrebbero richiesto l’accredito delle somme su quello della associazione sportiva.

In una successiva fase d’indagine, esperita mediante mirati accertamenti bancari, erano state analizzate le movimentazioni di denaro ed era stato effettivamente riscontrato che i contributi statali erogati erano stati integralmente accreditati sul conto corrente dell’associazione, senza tuttavia essere poi riversati ai legittimi beneficiari. Inoltre, gli approfondimenti effettuati avevano fatto emergere che alcuni atleti in nome e per conto dei quali l’associazione sportiva aveva richiesto il contributo, in realtà non ne avrebbero avuto neppure diritto, posto che risultavano aver percepito altri redditi, condizione incompatibile con il beneficio in questione. Il meccanismo fraudolento aveva permesso all’associazione di intascare oltre 250.000 euro, gran parte dei quali erano destinati a tutela ed in favore dei collaboratori sportivi associati ma che, di fatto, non erano mai entrati nella disponibilità di queste figure.