REDAZIONE FERRARA

Dopo le violenze in carcere: "Nessun attacco personale. Denunciamo un sistema"

Le collettive TransFemm rivendicano i volantini contro l’assessore Coletti "Chiediamo azioni di sensibilizzazione e supporto in via Arginone".

I volantini ritrovati nel centro cittadino, che attaccavano l’assessore Coletti

I volantini ritrovati nel centro cittadino, che attaccavano l’assessore Coletti

Riceviamo e pubblichiamo

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A seguito del grave episodio avvenuto nel carcere in via Arginone, abbiamo deciso di denunciare pubblicamente gli aspetti più gravi della vicenda, affiggendo dei volantini informativi in diverse zone della città. Rivendichiamo con forza la nostra azione, dal momento che la (non) risposta che abbiamo ricevuto, contrariamente a quanto si possa pensare, ci ha confermato che se non fossimo intervenutiɛ con queste modalità, del fatto non si sarebbe detto altro. La nostra azione non è stata un attacco personale a singole figure politiche o istituzionali e, diversamente da ciò che si è implicato, i volantini affissi non contengono insulti né affermazioni diffamatorie: riportano esclusivamente i fatti accaduti e la nostra idea degli stessi.

Il nostro obiettivo è stato, ed è, denunciare un sistema che continua a marginalizzare e ignorare le persone più vulnerabili, in particolare le persone transgender e detenute, che nella prassi si trovano spesso in una condizione di assoluta assenza di tutela.

Troviamo inaccettabile che una denuncia di violenza, con le sue implicazioni, sia stata liquidata in pochi minuti di confronto in consiglio comunale, di cui ancora meno secondi dedicati a un generico riferimento all’avvio di un’indagine: una risposta che ci dice quanto, un tema così delicato, sia in realtà sottovalutato dalle forze politiche. A confermarci questa scarsa considerazione del tema, il misgendering compiuto dall’incaricata assessora Coletti: una forma di micro aggressione (volontaria o involontaria che sia: non smette di esistere) che nega l’identitá della persona. Ma anche le dichiarazioni dell’ex direttrice del carcere di Ferrara: crediamo che siano parole simili a contribuire ad alimentare un clima di pregiudizio e ostilità, non qualche volantino attaccato con lo scotch. Ribadiamo la nostra richiesta: le figure competenti di Comune e Carcere devono essere più chiare nel definire le proprie responsabilità e il proprio ruolo, nei fatti e nella loro prevenzione in futuro, attraverso la creazione di sezioni apposite per detenuti trans anche a Ferrara, implementazione di misure, in linea col diritto internazionale, che garantiscano la serenità delle persone trans detenute, l’avvio di progetti di sensibilizzazione, supporto e sportello all’interno del carcere, l’avvio di progetti di sensibilizzazione, anche nel tessuto cittadino, sulle identità trans, coinvolgendo le scuole e l’università, col supporto di persone della comunità.

Il confronto non ci spaventa, quello che davvero ci fa paura è l’indifferenza: quel disinteresse che continuate a dimostrare focalizzandovi sulla forma della nostra azione, e non sui suoi contenuti e le sue ragioni. Un’analisi più approfondita dei temi è affrontata nei comunicati reperibili sui nostri canali social: IG @/ferrara.transfem.

Le collettive

Ferrara TransFemm

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