
Emanuela Sola e Riccardo Fois sono alle prese con una barriera di acqua e fango che impedisce loro di raggiungere casa
Premilcuore (Forlì-Cesena) – “Da molti mesi viviamo come sequestrati in casa, come se fossimo agli arresti domiciliari”. È il racconto di Emanuela Sola e del compagno Riccardo Fois, che da 12 anni si sono trasferiti da Roma a Premilcuore. Lei è esperta di erbe spontanee, lui gestisce un canale YouTube in cui si occupa di auto d’epoca. “Già in seguito alla prima alluvione del maggio 2023 abbiamo avuto delle importanti frane all’interno del nostro podere, che hanno compromesso totalmente l’unica via di accesso alla nostra abitazione”.
Uno smottamento in particolare, infatti, ha ostruito il cosiddetto ‘fosso del Forcone’. A quel punto, le acque che vi scorrono hanno trovato un’altra strada: il viottolo d’accesso alla casa di Emanuela e Riccardo, 300 metri che collegano la loro abitazione alla strada provinciale.
“È come se la nostra stradina fosse diventata il nuovo letto del fosso”, spiegano. Per circa un anno, la coppia ha lavorato per non restare isolata. “Ma a giugno 2024, in occasione di un’altra importantissima bomba d’acqua che ha interessato la nostra zona, dal fosso del Forcone è ricaduta una valanga di tronchi, rocce e ancora fango, fango e fango. Ora la nostra strada non esiste più. La nostra automobile, che non è una semplice utilitaria, la stragrande maggioranza delle volte si impantana e rimane bloccata in un mare di fango”.
Il problema è che di mezzo c’è anche la burocrazia. “Abbiamo le mani legate, perché non possiamo più intervenire in alcun modo: rischiamo multe salatissime, dato che la competenza per il ripristino del giusto fluire delle acque reflue e piovane, nella nostra situazione, è del Demanio o di altri enti pubblici”. E poco importa se i disagi sono rilevanti: “Da qui non si esce mica con tanta facilità”. Al punto da sentirsi “sequestrati dalla pubblica amministrazione, perché, nonostante innumerevoli segnalazioni, spesso via Pec, abbiamo solo ricevuto, oramai da diversi mesi a questa parte, la seguente risposta: ‘I soldi sono stati stanziati, per cui verremo a sistemare’”. Secondo il sindaco di Premilcuore, Sauro Baruffi, l’intervento tocca al Servizio territoriale e Protezione civile della Regione Emilia-Romagna. Il lavoro è previsto nel 2025, ma ogni mese in più aggrava il problema.
“Non abbiamo quasi più il gas per cucinare e per l’acqua calda e stiamo finendo anche la legna per poterci riscaldare – segnalano Emanuela e Riccardo –. Così, quassù, è impossibile qualsiasi rifornimento. Siamo stanchi, amareggiati e avviliti, ci sentiamo sbeffeggiati dalle istituzioni”.