
Galleria Mazzini vuota (Salieri)
Forlì, 19 gennaio 2025 – Un quartiere in bilico tra un’idea di ripresa e l’etichetta di ghetto, tra le botteghe degli artigiani e i colori dell’etnico, tra antichi problemi di parcheggi e nuove tendenze da happy hour infinito. Passeggiare in via Achille Cantoni e nella galleria Mazzini, con annessi vicoli e vicoletti, è un tuffo tra la cronaca del malessere sociale e la resilienza degli abitanti che si adattano al cambiamento. È di poco tempo fa l’annuncio, in grancassa, da parte dell’amministrazione comunale, dell’installazione di cancelli per chiudere galleria Mazzini, almeno di notte.
“Ah, ma come? Io devo rientrare a casa. Credevo fossero dei dissuasori perché non passassero le biciclette: come li hanno messi nei portici della piazza”. Problema comune quello dei velocipedi, come fa notare un anziano che entra in quell’anfratto buio, che è la galleria Mazzini, per poter raggiungere il portone di accesso agli appartamenti sovrastanti.
L’illuminazione è pessima, in terra il linoleum nero, a bottoni neri antiscivolo, è una scelta stilistica che doveva sembrare vecchia già in gioventù. I negozi sono vivi, colorati, sia quelli etnici – e ce ne sono tanti – sia le vetrine gestite da due associazioni che ci stanno provando a ripetere il miracolo di via Giorgio Regnoli – ‘Idee in corso’ e ‘Pensiero e Azione’ – ma la sensazione è che sia stato tutto un po’ lasciato andare da tempo.
Di certo non aiutano le vetrine dei negozi sfitti, opache a causa degli infiniti strati di polvere che si sono depositati negli anni. Almeno il bambù stilizzato dell’artista ’Freak of Nature’, che li ha ‘censiti’ pochi giorni fa, dà una nota di colore verde, purtroppo ora misto grigio. Cioè lo stesso colore dell’asfalto crepato, bucato e rotto che è l’imbocco di via Cantoni.
Una sartoria, un antiquario, alcuni negozietti di frutta e verdura, minimarket, una merceria, un bar: sono 11 le attività commerciali della via, in tutto “6 italiani, 5 stranieri”. A contarli è stato proprio uno dei negozianti (italiano) il cui problema principale, però, sono il pass per la Zona in traffico limitato in centro e i parcheggi che scarseggiano nelle vicinanze.
A indicare il problema dei gruppi di persone che stazionano rumorosamente instrada, alcune alterate dall’alcol, nei pressi della galleria e dell’antistante via Cantoni, è invece un altro negoziante (questa volta italiano d’adozione). “Bevono dentro ai negozi e poi stanno qui – spiega amareggiato –. Ci sono delle volte che sembra un enorme bar. Mi ci sono trovato a discutere un paio di volte perché volevano espletare i loro bisogni proprio qui nell’angolo, davanti al negozio. I clienti poi fanno fatica ad avvicinarsi”. Giustamente.
Il pomeriggio i sei negozi non aprono, per scelta, oppure chiudono presto perché molti clienti hanno timore di girare a quell’ora. Proprio per problemi di ordine pubblico, uno dei market della zona era stato chiuso dalle forze dell’ordine non molto tempo fa. Per terra adesso è abbastanza pulito, ci eravamo passati con il nuovissimo Glutton di Alea anche a inizio anno.
“Succedeva che si trovassero spesso bucce di arance, si vede che si usa così – ci racconta un residente di via Cantoni –. Ho chiesto al proprietario di farlo presente ai suoi clienti e, sinceramente, la situazione è migliorata tantissimo. A volte basta parlare dei problemi”.
La gente che incontri in strada sorride, c’è passeggio per il corso e nella galleria, soprattutto la mattina. Un quadro, un po’ malconcio, che era stato abbandonato vicino a un muro, ora è appeso poco dopo l’ingresso della via (la bellezza salverà il mondo). A proposito, su corso Mazzini, tra l’imbocco di via Cantoni e l’ingresso della galleria, ha aperto da poco la nuova sede di un bellissimo negozio di ceramica artigianale: veramente un bel biglietto da visita per un quartiere che è continuamente in bilico tra l’essere un vivace angolo di una città cosmopolita e la scena illuminata dalle sirene delle forze dell’ordine.