
L’enologo Peradotto, dopo aver girato il mondo, vive a Bocconi "Coltivo viti nell’alta valle del Montone. E adesso punto a vinificare lì".
Il vignaiolo di montagna Andrea Peradotto di Bocconi, frazione di Portico, coltiva una decina di ettari di vigneti sull’Appennino spesso oltre i 400 metri e quest’anno ha deciso di aprire ‘Una cantina in montagna’. Racconta il cinquantenne Peradotto: "Dopo aver trascorso sette anni a vinificare da amici, ho finalmente deciso di costruire una piccola cantina, per produrre autonomamente il mio vino, recuperando un vecchio capannone artigianale a Portico".
Come finanziare l’impresa? Risponde l’enologo e vignaiolo di montagna: "Con una campagna di crowdfunding partita a marzo. In questo periodo hanno risposto 100 donatori, raccogliendo 10mila euro. La raccolta scadeva il 23 luglio, ma dato che la cantina ne costa il doppio ho deciso di prolungare la campagna di crowdfunding fino a tutto settembre (info: 320.7979506: https://www.eppela.com/projects/11875)". E aggiunge: "Sono comunque molto contento del risultato ottenuto finora e ci tengo a ringraziare tutte le persone che hanno partecipato. Ma c’è ancora tempo, perché l’obiettivo non è stato raggiunto. Quindi, chiunque può contribuire con una donazione condividendo l’iniziativa. Questa campagna mi sta aiutando a coprire le spese della nuova cantina, così da poter produrre il mio vino in totale autonomia, finalmente a casa, a Portico di Romagna".
Infatti, Peradotto, dopo varie esperienze come enologo in giro per la Romagna, la Svizzera e persino la Nuova Zelanda, dal 2018 è tornato a casa per recuperare diverse "vigne di alta quota" o di montagna, nei dintorni di Modigliana, Tredozio, Rocca San Casciano e Portico, insieme al fratello Martino, che gestisce l’agriturismo Piandistantino di Tredozio.
Racconta il vignaiolo di montagna: "Si tratta in gran parte di vitigni a Sangiovese, ma anche Trebbiano e Chardonnay. Sei o sette anni fa erano vecchie vigne che rischiavano l’abbandono, di essere dismesse o tagliate, perché la coltivazione richiedeva molto lavoro di manodopera e perché i proprietari erano anziani senza eredi. Così io le ho prese in affitto".
Aggiungono i fratelli Andrea e Martino Peradotto: "Il lavoro che svolgiamo come vignaioli in montagna è fatto nel pieno rispetto dell’ambiente che ci circonda e contribuisce a proteggere e a valorizzare un luogo unico e fragile come l’Appennino, cosa dimostrato anche dalle tante frane che hanno colpito il territorio negli ultimi anni, causate da alluvioni".
L’ultima iniziativa per finanziare la nuova cantina è la vendita di bottiglie dell’azienda con etichette realizzate a mano dall’artista Anna Resmini per ‘Una cantina in montagna’. Per quantità l’annata del 2022 è stata la più abbondante con circa 15mila bottiglie, quella con migliore qualità il 2023 (8mila). I nomi dei vini sono legati al territorio. Qualche esempio? Buscamara (zona Monte Busca di Tredozio), Ridaccio (fosso di Rocca San Casciano), Pian (sottozona di Modigliana).
Le caratteristiche dei questi vini? Risponde Andrea: "Sono vini eleganti, non troppo potenti e alcolici, piacevolmente bevibili, molto sapidi". I vini del vignaiolo montanaro non si fermano nella montagna di Bocconi, ma stanno conquistando anche bar, ristoranti ed enoteche non solo della Romagna, ma anche di varie città italiane, fra cui Roma, Napoli, Bologna, Milano e Venezia con puntate anche in Spagna, Austria e Danimarca.