Alluvione a Sforzacosta (Macerata), porta di casa scardinata e pavimento da buttare: "Restano solo i muri"

Loredana e Antonio: "Valanga di danni, mai successa una cosa simile". Alla scuola Liviabella i ragazzi del Teatro dei Picari recuperano i costumi

Loredana Pennetta e Antonio Menghi Cerrà mostrano dove è arrivata l’acqua

Loredana Pennetta e Antonio Menghi Cerrà mostrano dove è arrivata l’acqua

Macerata, 10 giugno 2023 – Si tiene ben stretta l’album con i ricordi di famiglia, lo sfoglia con cura: sopra c’è un po’ di fango, ma almeno è stato recuperato quasi intatto. "È l’unica cosa che si è salvata, di sotto sono rimasti solo i muri". Al civico 171 di Borgo Sforzacosta, nell’appartamento di Loredana Pennetta, l’esondazione di fosso Narducci di lunedì ha causato una valanga di danni: del rustico, hanno dovuto buttare via anche il pavimento, e ora le assi giacciono fuori, vicino a un gigantesco mucchio di roba da gettare nella spazzatura, messa lì da tutti coloro che si sono trovati con la casa, i garage e le cantine allagate. Al fianco di Loredana, il compagno Antonio Menghi Cerrà. "Quella sera, noi eravamo in giro, qui c’era mia nuora con la bimba – racconta Pennetta –, ci ha chiamati: ‘Il fosso sta straripando’. Poi ci ha telefonato Adriano Salvucci di Macerata Soccorso, è un amico, anche noi siamo nella Protezione civile, quella di Fiastra. ‘Ho una brutta notizia – ci ha detto –, l’acqua è arrivata a casa vostra’. Abbiamo pensato a uno scherzo, avevamo appena messo 4 sacchi di sabbia, pensavamo di stare tranquilli. Invece, è accaduto il disastro". Entrambi tengono a sottolineare che "era impossibile prevedere una bomba d’acqua di quella portata, non era mai successa una cosa simile. Però ha distrutto tutto e i danni sono incalcolabili". "Nel giro di 20 minuti il livello del fosso è salito a dismisura – spiega la nuora, Barbara –, il tempo di andare a prendere mia figlia e quando sono tornata era esondato, la polizia ci ha detto di lasciare subito la casa". I bambini sono stati lasciati tutti al bar Dino e Dina, mentre gli adulti cercavano di salvare il salvabile. Era il caos. "Quando siamo arrivati – ricordano Antonio e Loredana –, al piano di sotto l’acqua era arrivata fino al soffitto. Ha scardinato la porta e si è infilata sotto il divano, sollevandolo. L’album di foto era sopra il divano, che galleggiava, è così che per miracolo si è salvato. Del resto non ci importava, ma i nostri ricordi non avremmo potuto ricomprarli". Acqua e fango si sono infilati pure sotto il pavimento: "L’abbiamo buttato. Anche l’impianto elettrico è andato. Abbiamo perso la cucina, due tv, Nintendo, macchine fotografiche, mobili, elettrodomestici e scarpe. Fuori, l’acqua ha sradicato il barbecue di cemento, la fontana, la voliera". Sanno cosa significa perdere tutto: "Siamo stati a Pianello di Ostra, come volontari, è tremendo quando tutti i ricordi vanno perduti. Impossibile spiegare quanto uno sguardo o un abbraccio possano comunicare a volte, sono emozioni uniche". Oggi, amarezza e incredulità. "Anni fa ci fecero una multa salata, circa 1.400 euro – ricordano – perché avevamo messo i casseri per proteggere la casa dal fosso. Ce li hanno fatti rimuovere. Abbiamo sbagliato, per carità, però facciamo notare che nel fosso si è costruito di tutto". Alla scuola Liviabella, sede di molte associazioni, si continua a portare via i materiali: i ragazzi del Teatro dei Picari ieri stavano recuperando alcuni costumi di scena, diversi sono unici, risalgono a 30 anni fa: qualche ca po forse si potrà salvare.