ANTONIO TUBALDI
Cronaca

Negozi vuoti e degrado: "Più cura per il centro"

I residenti sollecitano interventi di manutenzione anche per le attività chiuse. Chiesto un intervento del Comune per ridare slancio al cuore della città.

Via Falleroni

Via Falleroni

Nel cuore del centro storico, un tempo pulsante di vita e attività, si moltiplicano vetrine vuote, serrande abbassate da anni e locali in evidente stato di abbandono. È il segno tangibile di una crisi profonda che colpisce il commercio di prossimità, messo in ginocchio da affitti proibitivi, concorrenza dei grandi centri commerciali e cambiamenti nelle abitudini di consumo. A questa emergenza economica si affianca ora una questione estetica e civile: la proliferazione di immobili sfitti e trascurati contribuisce al degrado urbano alimentando una sensazione di abbandono che rischia di scoraggiare residenti e turisti, oltre a compromettere il tessuto sociale e culturale della città.

Basta fare un giro a piedi dal quartiere Duomo sino a Montemorello, dove ha sede casa Leopardi, per accorgersi dei tanti locali vuoti. C’è chi ne ha contati circa una settantina, anche se negli ultimi anni alcuni si sono aperti su iniziativa di commercianti volenterosi e soprattutto coraggiosi. Una buona concentrazione di vecchie attività ferme si trova in corso Persiani, che è la via principale del centro storico della città.

Da più parti si leva la voce di cittadini e comitati di quartiere che chiedono un intervento deciso dell’amministrazione comunale. "È necessario – afferma una residente – che il Comune emetta un’ordinanza per imporre ai proprietari privati di mantenere decorosamente i locali, anche quando sono sfitti. Pulizia, rimozione di rifiuti, cura delle vetrine: sono piccoli gesti che possono fare la differenza".

L’idea non è nuova e trova precedenti in altre città italiane, dove sindaci e assessori hanno adottato misure simili per contrastare il degrado urbano. In alcune realtà si è andati anche oltre, incentivando l’utilizzo temporaneo dei locali vuoti da parte di associazioni culturali o start-up.

Nel centro storico recanatese, un provvedimento di questo tipo potrebbe rappresentare un primo passo verso la sua riqualificazione. "Non si tratta di penalizzare i proprietari – continua la residente – ma di responsabilizzarli. Se possiedi un locale in una zona strategica, è giusto che tu contribuisca al decoro collettivo, anche in assenza di un’attività attiva". In attesa di una presa di posizione ufficiale da parte del Comune, resta il nodo cruciale: come restituire centralità e attrattività ai centri storici, evitando che si svuotino definitivamente? La risposta potrebbe partire proprio dal rispetto e dalla cura degli spazi, anche quelli inutilizzati.

Antonio Tubaldi