Disperso nel fiume Secchia a Modena, nel video dell’amico il drammatico tuffo

Un salto pericoloso e il ragazzo, 19 anni, è stato letteralmente inghiottito dalle acque. Continuano le ricerche senza sosta, con droni, elicottero e sommozzatori

Modena, 15 giugno 2023 – L’amico del 19enne disperso da ieri dopo un tuffo nel Secchia a Modena ha ripreso tutto con lo smartphone. Purtroppo del ragazzo ancora nessuna traccia, continuano le ricerche senza sosta. Le immagini sul cellulare del giovanissimo, un minorenne, mostrano sia il tuffo che la scomparsa. Video utile ai vigili del fuoco per identificare l’esatto punto della sparizione.

Continuano le ricerche a tappeto in località Marzaglia, purtroppo ancora senza esito. In azione venti unità dei vigili del fuoco con i sommozzatori del nucleo di Bologna, squadre fluviali composte da unità di Modena, Reggio Emilia, Parma e Piacenza, dotate di gommoni da rafting, unità di comando locale con personale TAS cartografico coordinate da un funzionario. In sorvolo l'elicottero Drago del Reparto volo di Bologna e i piloti SAPR dei droni.

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Il racconto dell’amico

“Ha provato a tuffarsi , forse è scivolato e non è più riemerso". L’amico del ragazzo ripete sempre la stessa frase. Il ragazzo, 17 anni, ha chiesto aiuto urlando talmente forte che hanno sentito le sue urla anche dalle case che sorgono oltre il percorso natura. Ha chiamato subito i soccorsi ma il corpo di Yahya, 18 anni, fino a ieri sera non era ancora stato trovato. Siamo a Marzaglia, in stradello Cave Cimitero, una via ’bianca’ che costeggia il fiume Secchia proprio dove ci sono le briglie che formano delle vere cascatelle. Ma ieri la corrente era particolarmente forte, anche a causa del recente maltempo.

Tuffo pericoloso

Ciò non ha impedito al 19enne di origine nordafricana di tentare un tuffo da uno dei manufatti in cemento che fa da spartiacque proprio sotto la briglia più alta. I ragazzi erano andati lì con costume e ombrellone per trascorrere il pomeriggio in riva al fiume. Si erano appostati tra i sassi per prendere il sole e godersi un po’ di pace. Ma la giornata, verso le 15.30, si è trasformata in tragedia quando il ragazzo, che come l’amico minorenne abita a Modena, ha deciso di entare nel greto del fiume, che per un tratto è attraversabile, e raggiungere il manufatto per poi tuffarsi. "Ha tentato un tuffo, ha tentato un tuffo", diceva disperato l’amico poi raggiunto dai familiari. Quelli del 19enne disperso sono arrivati dopo: la polizia li ha contattati mentre erano al lavoro.

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Le ricerche

Appena partito l’allarme, sono arrivati sul posto i vigili del fuoco, l’ambulanza del 118 e gli agenti della squadra volante e della squadra mobile: si è alzato in volo l’elicottero del 115 che ha sorvolato il fiume nel tentativo di avvistare il ragazzo. Ma è probabile che sia stato trascinato dalla corrente, non solo a valle ma anche sott’acqua. Per questo si sono tuffati in acqua anche i sommozzatori dei vigili del fuoco di Ravenna e Bologna. Ma nulla. Le operazioni di soccorso, proprio per la forte corrente, si sono rivelate difficoltose e rischiose per gli stessi sommozzatori. All’inizio era impensabile usare il gommone. Per questo è stato chiesto al consorzio che gestisce il tratto di fiume di rallentare il corso dell’acqua tramite le chiuse. La corrente è quindi calata e la speranza era che il corpo potesse così riemergere. Ormai, infatti, le speranze di trovare Yahya vivo col passare delle ore si sono via via spente. Le ricerche sono proseguite poi solo con i droni dei vigili del fuoco.

Le ricerche si sono concentrate proprio sotto le briglie dove la profondità del fiume - anche se sembra impossibile - arriva fino a tre-quattro metri. E’ li che i sommozzatori hanno cercato il ragazzo per ore. L’amico, infatti, ha riferito che Yahya è stato letteralmente inghiottito dall’acqua. "Sapeva nuotare, era molto bravo a nuotare", ha detto il 17enne alla polizia che lo ha interrogato per ricostruire la dinamica della tragedia. Ma anche un nuotatore esperto, con il fiume gonfio sotto una briglia, poco può fare contro la furia dell’acqua. Probabilmente il ragazzo non pensava che l’acqua potesse essere così profonda e che la corrente fosse così forte. Non è chiaro, inoltre, se il 19enne si sia proprio tuffato o se sia scivolato mentre tentava di farlo e neppure se lo avesse già sperimentato in passato. Pare comunque che non fosse la prima volta che i ragazzi raggiungevano quel posto sperduto, proprio sotto il cavalcaferrovia e poco lontano dal ponte sulla via Emilia ovest. Sui sassi sono rimasti l’ombrellone e le ciabatte del giovane, poi portati via dalla polizia. Come detto, l’amico, disperato, è stato riaffidato ai genitori che lo hanno abbracciato e hanno assistito alle ricerche.

Il precedente

Non è la prima volta che, nella nostra provincia, un bagno nel fiume si rivela fatale. Altre tragedie di questo tipo si sono verificate sia nella Secchia sia nel Panaro. Nel 2015 a Sassuolo, nel fume Secchia morirono tre sorelle, inghiottite dal fiume una dopo l’altra mentre facevano il bagno.