Pineta, sfratto convalidato: ora la discoteca è da liberare

Il giudice ha accolto la richiesta dei proprietari dei muri della discoteca. Ora l’edificio va riconsegnato "libero da persone e cose per il 15 aprile".

Sigilli al Pineta: ora lo sfratto è convalidato  e il locale è da liberare

Sigilli al Pineta: ora lo sfratto è convalidato e il locale è da liberare

Milano Marittima, 4 aprile 2023 – Il fallimento della precedente società che lo gestiva. E poi il sequestro giudiziale alla nuova società. L’offerta sul mercato del curatore per arrivare a una nuova gestione. La conseguente asta vinta da una impresa legata allo stilista Cavalli. Le congratulazioni del sindaco. La corsa per riaprire entro Pasqua.

Cavalli: “Freedom srl non fa parte del mio gruppo”

E addirittura la possibilità che a dare una mano nel locale, potesse essere un nome conosciuto del suo passato: Chicco Cangini.

Nell’ultimo mese per il Pineta di Milano Marittima i colpi di scena si sono susseguiti. E chi credeva che ormai fossimo arrivati a saturazione, ha dovuto ricredersi ieri quando il giudice Pietro Baronio ha convalidato lo sfratto dell’azienda per 142 mila euro di canoni non pagati – così come aveva chiesto la proprietà dei muri, la Romagna srl, attraverso l’avvocato Giuseppe Della Casa - disponendo "la riconsegna dell’immobile libero da persone e cose per il 15 di aprile".

E da questo momento si entra nel terreno delle ipotesi e delle strategie aziendali sopra a un percorso che sembra essersi definitivamente sdoppiato. Perché se per il compendio aziendale il responsabile continua a essere il commercialista Claudio Colatorti (curatore del Pineta e liquidatore della precedente gestione, Andromeda srl), chiunque ora volesse entrare dentro a quei muri, dovrà proporsi alla Romagna srl per assicurarsi un nuovo contratto di locazione.

E’ plausibile che la società che pochi giorni fa si era aggiudicata la possibilità di firmare il contratto di gestione - la Freedom, srl impegnata principalmente nel settore dell’intrattenimento il cui amministratore è lo stilista Roberto Cavalli –, si sia già presentata al cospetto della proprietà dello stabile, se non altro come forma di cortesia. Ma a questo punto potrebbero farsi avanti pure le altre sei imprese che si erano dimostrate interessate. E potrebbe decidere di manifestare interesse per quell’immobile, anche qualche altra attività non interessata a farlo sotto le insegne del Pineta o intenzionata addirittura ad aprire tutt’altro tipo di locale rispetto a una discoteca.

Chiaro che se il Pineta dovesse riaprire in altro immobile che non fosse quello storico dove negli anni si sono susseguiti calciatori, veline, vip, attori e così via, il rischio è di totale estinzione. Marchio e posizione appaiono cioè indissolubilmente legati: senza la seconda, il primo rischia il naufragio.

Di sicuro la Freedom possiede risorse e conoscenze per mantenere le cose al loro posto anche se a questo punto un’apertura entro Pasqua, diventa impresa davvero ardua. In tutta questa partita, esiste un altro giocatore il cui ruolo, perlomeno al momento, non sembra avere avuto peso. Si tratta della milanese Hdp22: la cessione del ramo d’azienda Pineta da Andromeda per poco più di 47 mila euro in quota contanti (non saldati al 31 dicembre scorso), era stata perfezionata il 22 marzo 2022 davanti a un notaio di Arezzo, città della quale è originario il 42enne Marco Amadori inquadrato come amministratore di fatto della seconda srl e presidente del cda della prima. Secondo la liquidazione Andromeda, avrebbe cioè ceduto il locale a se stesso. Tale circostanza e lo sfratto pendente, avevano dettato il contesto della richiesta di sequestro scattato il 3 marzo e confermato il 20.

Lo sforzo del curatore per dare in affitto il compendio aziendale, era indirizzato al recupero di soldi da distribuire tra i creditori di Andromeda (debito di 1,5 milioni). Ma l’ultimo colpo di scena inciderà sulle nuove strategie.