LORENZO MUCCIOLI E FRANCESCO ZUPPIROLI
Cronaca

Bruzzone e l’omicidio di Pierina: “Si facciano confronti anche col Dna di Manuela”

I due profili isolati sono in quantità esigue, si tenterà un’analisi ma sui reperti è crescita anche la muffa. Baldi, genetista dell’indagato: “Sulla vittima nessuna traccia di Louis Dassilva”

Louis Dassilva, unico indagato per l’omicidio di Pierina (foto Migliorini)

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Rimini, 22 novembre 2024 – “Questa è una prova, senza margine di discussione”. Batte i pugni la criminologa Roberta Bruzzone, consulente di parte di Louis Dassilva. La Bruzzone, intervenuta alla trasmissione ‘Ore14’ ha infatti commentato così la notizia riguardante gli accertamenti irripetibili sui 15 reperti della Scientifica. Accertamenti che anche dopo il secondo round di analisi, compiute con l’aiuto di un apposito super laser, non hanno fatto emergere il Dna dell’indagato Dassilva sui vestiti della vittima di omicidio, Pierina Paganelli. Sono emerse invece due nuove firme biologiche. Due Dna femminili depositati sulla gonna, nella zona della vita, e sulla maglietta di Pierina, all’altezza dell’ascella. “È possibile che la traccia all’altezza della ferita tra braccio e spalla sia stata depositata durante l’aggressione – continua la Bruzzone – ma può essere anche che sia stata lasciata durante l’atto di ricomposizione della scena del delitto. È possibile che chi ha riposizionato la 78enne l’abbia toccata lì sotto”.

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Ma chi? Chi sarebbero le ‘proprietarie’ di quel Dna? “Il primo giro di confronti per scoprirlo riguarderà le persone intervenute quella mattina – ha poi aggiunto la Bruzzone –. Le persone sono state tutte documentate. Laddove dovessero essere negativi i confronti, però, la ricerca allora andrà allargata e si dovrà allargare necessariamente anche a Manuela Bianchi, che ha trovato per prima il cadavere e che però ha più volte sostenuto di non avere mai toccato la salma”.

Non sarà facile – per non dire quasi impossibile – attribuire comunque un volto e un nome ai due Dna femminili isolati dal super consulente Emiliano Giardina. Sulle difficoltà incontrate in questa operazione c’è anche la muffa venutasi a creare sui reperti chiave – a seguito della conservazione mentre gli indumenti si erano impregnati di urina e batteri –, che avrebbe deteriorato le tracce. Uno sforzo, nella speranza di giungere ad una eventuale identificazione, dovrà comunque essere tentato, se non altro per cercare di mettere in correlazione i profili genetici femminili con quelli dei soccorritori e degli agenti della polizia di Stato intervenuti sulla scena del delitto.

La conferma arriva dalla dottoressa Marina Baldi, esperta di genetica forense e consulente degli avvocati Riario Fabbri e Andrea Guidi, difensori di Dassilva. “Premesso che una comparazione risulterebbe molto difficoltosa e di certo poco significativa, vista la scarsa presenza di marcatori sulle sue tracce biologiche rinvenute, è comunque una strada che dovrà essere tentata, se non altro ai fini dell’esclusione”, osserva la Baldi. Anche per questo motivo il professor Giardina sembrerebbe ora intenzionato a chiedere al gip Vinicio Cantarini una proroga di almeno due mesi per il deposito dei risultati degli accertamenti irripetibili rispetto alla scadenza iniziale prevista per il 26 novembre.

“Nella prima fase degli accertamenti condotti dal professor Giardina – spiega Baldi – sono state isolate tre tracce di Dna maschile. Una, proveniente dal muro dello scantinato di via del Ciclamino, è stata denominata ‘maschio 2’. L’altra, individuata sulla gonna di Pierina, ‘maschio 3’. In entrambi i casi, è stato esclusa una corrispondenza con il profilo genetico appartenente a Dassilva. Questo ci porta a concludere che sul corpo della vittima non sono presenti tracce biologiche riconducibili all’indagato. Un terzo profilo genetico potrebbe invece essere attribuibile a Dassilva, anche se in questo caso parliamo di tracce provenienti dal manico di un coltello sequestrato in casa dell’indagato e dai suoi pantaloni”.

“In una seconda fase – prosegue la dottoressa Baldi – i reperti sono stati esaminati con il ‘Crime-Lite’, un macchinario fatto arrivare appositamente dagli Stati Uniti, che consente di rilevare anche tracce impercettibili. Le nuove campionature hanno portato all’isolamento di due Dna femminili, il primo sulla gonna di Pierina; il secondo sul lato della maglietta vicino ad una delle 29 coltellate inferte. Al momento è difficile dire come quelle tracce si siano depositate sul corpo della vittima. Non dimentichiamo che Pierina aveva trascorso la sera nella sala del Regno dei testimoni di Geova in compagnia di decine di persone”.

I risultati degli esami rappresentano ora a tutti gli effetti “una prova”, per riprendere le parole della Bruzzone, dal momento che gli accertamenti sono stati svolti in sede di incidente probatorio, cristallizzando come non ci siano tracce biologiche riconducibili a Dassilva. “Apprendo da organi di stampa che non è stato rintracciato alcun elemento che colloca mio marito sulla scena dell’omicidio della povera Pierina – ha commentato la notizia Valeria Bartolucci, moglie dell’indagato Dassilva –. Continuo a credere nell’innocenza di Louis e sono certa che, prima o poi, si arriverà a dimostrarlo anche nelle aule giudiziarie”.