FABIO CASTORI
Cronaca

Delitto di Aosta, gli avvocati di Teima: “Da un mese e mezzo non riusciamo a parlare con lui, è inconcepibile”

Il 21enne fermano è accusato dell’omicidio della sua ex fidanzata Auriane Leisma, i legali: “Più il colloquio verrà ritardato più è probabile che il ragazzo avrà difficoltà a ricordare particolari importanti che potrebbero essere di vitale importanza per scagionarlo”. La mamma: “Facciamo appello alle autorità francesi”

Gli avvocati Lucia Lupi e Igor Giostra, al centro Atika la mamma di Sohaib Teima (nel riquadro)

Gli avvocati Lucia Lupi e Igor Giostra, al centro Atika la mamma di Sohaib Teima (nel riquadro)

Fermo, 23 maggio 2024 - “E’ trascorso un mese a mezzo da quando il nostro assistito è stato arrestato in Francia e non siamo ancora riusciti a parlare con lui. E’ inconcepibile che in uno Stato di diritto avvenga una cosa del genere”. A parlare è l’avvocato Lucia Lupi che, insieme al collega Igor Giostra, difende Sohaib Teima, il 21enne fermano di origini egiziane accusato dellomicidio della sua ex fidanzata Auriane Leisma la ragazza francese di 22 anni trovata morta in una chiesetta abbandonata in Val D’Aosta. I due legali, insieme ad Atika, la mamma dell’indagato, per la prima volta hanno parlato congiuntamente, per far sentire la loro voce riguardo al trattamento che sta subendo in Francia il loro assistito. “Stiamo parlando di uno Stato membro dell’Unione Europea – ribadisce l’avvocato Lupi - e non di chissà quale Repubblica sperduta dell’Africa. Più il colloquio verrà ritardato più è probabile che Teima avrà difficoltà a ricordare particolari importanti che potrebbero essere di vitale importanza per scagionarlo. Tanto più che in carcere, viste le sue condizioni psicofisiche, viene trattato con farmaci tranquillanti e antidepressivi. Per non parlare del fatto che il presidente della Corte francese non ha accolto le prove che avrebbero fatto assolvere Teima dall’accusa di maltrattamenti nei confronti della sua fidanzata. Ci auguriamo che questa documentazione venga acquisita per il ricorso in Appello fissato per il giugno. In caso contrario ci configurerebbe una compromissione di diritto”. L’avvocato Giostra ha invece ribadito come sia fondamentale sottolineare che Sohaib si è sempre proclamato innocente in ordine a tutti i reati che gli sono stati contestati in Francia e in Italia: “Un punto chiave della nostra difesa riguarda l'analisi dei messaggi contenuti nel telefonino di Sohaib, attualmente sotto sequestro in Francia. Dai messaggi emergono realtà completamente diverse e aprono piste alternative all’unica fino ad ora seguita dagli inquirenti. Pertanto confidiamo che la trascrizione di questi messaggi possa fornire prove decisive a sostegno della sua innocenza. Riguardo al processo d'oltralpe per maltrattamenti, riteniamo che non siano state acquisite tutte le prove disponibili, un aspetto che intendiamo portare all'attenzione anche delle autorità competenti per l’omicidio”. I due legali hanno voluto anche evidenziare che la famiglia di Sohaib, durante la permanenza di Auriane in Italia, ha sempre mostrato il massimo rispetto e considerazione nei suoi confronti: “Queste circostanze contrastano decisamente con l'immagine che sta emergendo nei media e il tutto è confermato da quanto dalla stessa Auriane più volte ribadito e scritto quando era in vita. Non corrisponde quindi al vero quanto sul punto riferito nella lettera dal padre della compianta Auriane”. Lo stesso concetto è stato sottolineato anche Atika la madre dell’indagato: “Ho sempre trattato Auriane come una figlia per tutto il tempo che ha vissuto con noi a Fermo e lei ha sempre ricambiato il mio affetto, tanto che diceva sempre di aver trovato una nuova famiglia. Capisco lo stato d’animo del padre di Auriane, ma le sue dichiarazioni mi hanno ferito profondamente perché non vere. La fiducia che io e i miei legali abbiamo nel sistema giudiziario ci spinge a credere che, una volta esaminate tutte le testimonianze e le prove acquisibili, emergerà chiaramente la verità”. Atika si è detta preoccupata per la condizione attuale del giovane: “Ad oggi i nostri legali non possono comunicare con mio figlio e tutti insieme facciamo appello alle autorità francesi affinché garantiscano condizioni di detenzione dignitose e rispettose dei suoi diritti”. I legali di Teima e la mamma hanno quindi concluso auspicando che il giovane venga estradato al più presto e che un'indagine imparziale prenda in considerazione ogni aspetto e prova disponibile seguendo ogni pista: “Siamo pronti a collaborare con le autorità per assicurare che la verità venga alla luce e che venga fatta giustizia nell'interesse sia della giovane vittima, sia di chi oggi si trova in carcere, ingiustamente accusato dell'omicidio”.