
L’americano Demonte Harper nel derby playoff davanti agli spalti deserti (Salieri)
La Fondazione Pallacanestro Forlì 2.015, proprietaria della massima società cittadina di basket, tuona contro la decisione di escludere la squadra dalla Riccione Basket Cup per questioni di ordine pubblico. Il sodalizio forlivese si dichiara profondamente amareggiato per la decisione, "incomprensibile e inaccettabile", che ha portato gli organizzatori (la società locale, i Dolphins, e il Comune di Riccione) a ‘estromettere’ il club di viale Corridoni dal quadrangolare che si terrà in riva all’Adriatico tra giovedì 21 e sabato 23 agosto. Una scelta ‘forzata’, stante il suggerimento arrivato direttamente dalla Questura di Rimini, che ha in questo modo voluto scongiurare qualsiasi tipo di potenziale contatto tra la tifoseria forlivese e quella riminese. Non solo: anche con quella della Fortitudo Bologna, altra storica rivale, che pure sarà presente al torneo.
Una "cancellazione d’autorità della programmata partecipazione" – si legge nella nota della Fondazione –, che infonde "profonda amarezza e massimo dispiacere" agli stessi soci, nonché alle "migliaia di tifosi forlivesi e alle decine di sponsor che sostengono e seguono la squadra". Una doccia gelata che, seppur in un torneo estivo di precampionato, ribadisce la strada intrapresa dagli organi di sicurezza quando sale il livello di allerta per possibili scontri. E qui arriva l’allarme dei soci biancorossi: in mancanza di un "radicale mutamento di prospettiva da parte delle istituzioni competenti", l’attuale proprietà potrebbe addirittura "valutare anche un futuro disimpegno". Seguono le firme di Giancarlo Nicosanti, Giuseppe Silvestrini, Stefano Raffoni, Riccardo Pinza, Alcide Resta, Andrea Borini, Giuseppe Fabbri e Giuseppe Rossi.
Dichiarazioni particolarmente forti, che lasciano ben intendere tutto lo sconforto accumulato dalla Pallacanestro 2.015 dopo le due partite di semifinale a porte chiuse. Decisioni radicali che, "per una condotta tenuta da pochi" (il riferimento è agli scontri avvenuti prima di gara2 della semifinale playoff), colpiscono tutti indistintamente. "Come se tutti fossero reietti, privando ogni interessato della felice partecipazione a una manifestazione sportiva".
È proprio su questo punto che insiste la Fondazione. "Troviamo ingiusto tutto ciò. Queste decisioni minano le fondamenta più profonde del nostro impegno. Ponendosi in radicale contrasto con la logica dello sport che amiamo e in insanabile conflitto con la passione che ci ispira e con le ragioni che ci hanno spinto a sostenere per tanti anni, sotto il profilo finanziario e organizzativo, una bellissima avventura". Un monito per tutti, insomma.
Secondo fonti della Questura di Rimini, il problema sarebbe stata la tribuna singola del Playhall (il palasport di Riccione) che "per organizzazione degli spazi non consente di tenere separate le tifoserie". Uno spazio "non sufficientemente sicuro". La Questura avrebbe proposto di trovare una sede alternativa. Gli organizzatori, per restare a Riccione, hanno preferito modificare la formula: le partecipanti saranno solo tre.
Ha l’"amaro in bocca" l’assessore allo sport Kevin Bravi, che esprime "profondo rammarico e forti perplessità" e torna a definire "ignobile e senza scrupoli" lo scontro tra ultras a maggio: "Mi preme però sottolineare nuovamente che il basket non è rappresentato da questi personaggi. La Pallacanestro Forlì 2.015 è tutt’altra cosa; è rispetto per l’avversario, inclusione sociale, disciplina, fair play, passione e sacrificio per un percorso sportivo e finanziario che ha coinvolto e coinvolge centinaia di appassionati, famiglie, sponsor, scuole e giovani atleti". Sulla vicenda, "rispettiamo il lavoro e le considerazioni di ciascuno", ma chiede altrettanto "nei confronti di un’intera comunità".