MARCO BILANCIONI
Cronaca

Gianluca Pini, l’amico Fiore e la pista della droga: “Narcotraffico, sapeva tutto"

Altra pesante accusa nei confronti dell’imprenditore. Per i pm ne sono prova i rapporti con l’amico Fiore e i suoi uomini di fiducia albanesi

Gianluca Pini, arrestato giovedì

Gianluca Pini, arrestato giovedì

Forlì, 25 giugno 2023 – Domani Gianluca Pini sarà interrogato di nuovo nel carcere di Ravenna. Questa volta, le domande verteranno sul secondo filone, quello della droga su cui indaga la Direzione distrettuale antimafia di Bologna. L’ipotesi accusatoria su cui si costruisce l’intera inchiesta è che l’amico dell’ex parlamentare, Gianluca Fiore, sfruttasse la sua attività come autotrasportatore ai fini di un traffico internazionale di droga (molti dei soggetti coinvolti sono albanesi; tra i 27 arresti compiuti giovedì mattina ce ne sono stati 3 in Belgio, Olanda e Germania). E i proventi venissero poi re-investiti in affari apparentemente leciti proprio da Gianluca Pini.

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Ma l’imprenditore era a conoscenza della ‘seconda attività’ (che per gli inquirenti è in realtà la principale...) dell’amico? Secondo le accuse, sì. Per i pm "emblematico è il fatto che Pini, nella consapevolezza che soggetti a lui noti e da lui frequentati siano coinvolti in reati di droga, persista in rapporti commerciali e di affari con gli stessi".

Nell’ottica dell’accusa, un primo indizio risale al 10 e 11 dicembre 2019, quando il poliziotto Salvatore Albano (ora agli arresti domiciliari con l’accusa di corruzione) accede al database informatico della Questura per avere informazioni di Andrea Babini.

Questo nome ricorre fin dalle primissime pagine dell’inchiesta: è sostanzialmente con lui che si mette in moto tutta la poderosa indagine forlivese, quando viene arrestato dopo essere stato trovato in possesso di droga. Collegato a lui, gli investigatori annusano la pista di Fiore. E da lì a poco quella di Pini. L’ex parlamentare, in questo caso, viene avvisato dalla moglie di Babini e cerca dunque di saperne di più: sia tramite Albano che tramite il carabiniere Pino Daniele, ravennate. "Dalla conversazione – è la convinzione della procura – risulta pacifica la conoscenza da parte di Pini del fatto che sia Fiore sia Gjoni fossero partecipi di un’attività di detenzione e cessione di sostanze stupefacenti".

Edi Gjoni ricorre spesso insieme a un altro nome: Ardian Hoxha. Sono coloro che, dopo i precedenti penali di Fiore, rilevano le quote di Fgm, la ditta di autotrasporto con sede a Panighina (Bertinoro) per continuare, secondo l’accusa, a sfruttarla ai fini del narcotraffico. Per la procura, ad ogni modo, "la moglie di Babini aveva rivelato chiaramente il ruolo avuto da Fiore nel traffico di cocaina". Con tutti e tre – Fiore, Gjoni e Hoxha – l’ex deputato "intratteneva relazioni amichevoli e di convivialità e testimonianza del fatto che non era un mero rapporto di collaborazione lavorativa, bensì di consolidata conoscenza".

Questo fa concludere agli inquirenti che "il modus operandi con cui il Pini esercita continuativamente la propria attività d’impresa indica che nel presente e nel futuro egli ripeterà i propri comportamenti, non facendosi scrupolo di commettere sempre nuovi reati". Accuse ancora una volta pesantissime, dalle quali domani l’amministratore dell’azienda Codice comincerà a rispondere.