
Forlì, 28 febbraio 2023 – È l’ultima caccia alle tracce. Alle impronte. Ai dettagli. Poi la procura di Forlì avrà il via libera per firmare il decreto di fine indagine e chiedere successivamente il processo per Daniele Severi, il 63 enne meldolese autista d’ambulanze del 118 in pensione che dal 2 luglio 2022 si trova in carcere con l’accusa di avere ammazzato, decapitandolo, il fratello Franco, 53 anni, contadino boascaiolo, trovato cadavere la sera del 22 giugno dello scorso anno sul fianco del dirupo di rovi che si staglia nel retro della casa rurale di Ca’ Seggio, nel territorio di Civitella.
Ieri mattina, in uno dei laboratori dei Ris di Parma, sono stati analizzati gli ultimi reperti rinvenuti dagli investigatori proprio in quel casolare rurale dove Franco, dopo la morte dei genitori, viveva da solo.
Sotto la lente degli esperti della scientifica dei carabinieri sono finiti un coltellino trovato in una cisterna all’esterno dell’abitazione (che non si sa di chi sia), un paio di slip e un paio di ciabatte (di Franco) e un fazzolettino di carta. I militari sono a caccia di eventuali impronte digitali o tracce ematiche o biologiche che corroborino la tesi di colpevelezza contro Daniele, unico indagato per omicidio volontario e occultamento della testa di Franco, mai ritrovata.
I risultati del test di ieri arriveranno tra qualche settimana. Nel frattempo la procura di Forlì accelererà comunque la stesura del decreto di fine indagine: gli inquirenti – i carabinieri della compagnia di Meldola, affiancati dai Ris e coordinati dal pm Federica Messina – sono convinti di avere già in mano i giusti indizi di colpevolezza a carico di Daniele. Su tutti spicca una traccia di sangue di Franco rinvenuta in una scarpa da ginnastica del fratello, il quale da anni è in lite con i famigliari per l’eredità del fondo agricolo di Ca’ Seggio. Liti furibonde con fratelli e sorelle (tra cui Franco) sfociate anche in procedimenti penali; uno per minacce contro la sorella (contro la quale, dice l’accusa, puntò un’arma) e un’altra per lesioni, per aver colpito il fratello Romano, difeso dagli avvocati Max Starni e Massimo Mambelli. Opposta ovviamente la lettura della difesa di Daniele, sostenuta da Massimimiliano Pompignoli e Maria Antonietta Corsetti, che la settimana scorsa hanno eseguito un sopralluogo nel casolare con l’ausilio di detective privati. "La procura ha raccolto indizi labili – sostiene l’avvocato Pompignoli – Daniele è innocente e lo proveremo".