Alice Neri, altre due automobili vicino al luogo della morte

La notte dell’omicidio due macchine nere attraversarono le campagne di Fossa. Tra i reperti da analizzare anche la fede e l’anello di fidanzamento della vittima

Un frame del video dell'arrivo di Mohamed in bici

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Modena, 29 gennaio 2023 – L’eventuale coinvolgimento di quelle due Mito bianche è già stato escluso: si trattava di operai che passavano per la provinciale, alle 5.15 del mattino circa, per recarsi sul luogo di lavoro. Ma potrebbero esserci altre vetture ‘immortalate’ nei pressi di via Mazzalupi e stradine limitrofe la notte in cui Alice Neri è stata brutalmente ammazzata a Concordia.

Non si esclude infatti che proprio in orario compatibile col delitto in quella zona piuttosto circoscritta in direzione di Vallalta siano passate almeno altre due macchine.

Qualche ‘faro’ sarebbe stato avvistato anche nei pressi di via Forella: su quel tratto sterrato dell’argine del canale dove la Ford Fiesta di Alice resta per un’ora, dalle 4.04 alle 5.12 di quel terribile venerdì mattina, il 18 novembre scorso, prima di immettersi nuovamente sulla strada provinciale, qualche attimo dopo e ‘sparire dai radar’ fino alle 21 di venerdì sera, quando la vettura è stata rinvenuta carbonizzata in località Fossa . E’ possibile insomma escludere con certezza che nel delitto della giovane mamma di Rami di Ravarino non siano coinvolte altre persone rispetto a quello che è ritenuto il principale sospettato, ovvero Mohamed Gaaloul?

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Secondo la Procura la prova ‘principe’ del suo coinvolgimento è quella fuga repentina all’estero, pochi giorni dopo l’assassinio. Poi c’è la testimonianza del 29enne: è lui stesso ad ammettere di aver accettato un passaggio da quella giovane donna bionda. E’ anche vero che Gaaloul aveva contattato alle tre del mattino una amica per chiedere che la donna lo raggiungesse e lo accompagnasse a casa.

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Un mistero dentro al mistero quello dell’omicidio della 32enne che forse solo Mohamed – quando e se si sottoporrà ad interrogatorio – potrà davvero chiarire. E’ sicuramente un dato di fatto l’arrivo di Gaaloul allo Smart Cafè di Concordia: le telecamere lo riprendono mentre alle 2.57 percorre la strada in sella ad una bicicletta per poi arrivare davanti al locale 2 minuti dopo. Proprio quella borsa a tracolla che si vede chiaramente nelle immagini di videosorveglianza sarà oggetto di analisi tecniche nell’ambito dell’incidente probatorio chiesto dalla Procura.

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E’ provato anche che Mohamed alle 3.17 si trovasse nella sala slot, intento a giocare alle macchinette così come le telecamere lo riprendono poco dopo, alle 3.29 mentre saluta altri due avventori per poi uscire dal locale. Il tunisino – in base alle telecamere – si dirige verso l’auto di Alice, ancora presente all’esterno del bar ma, successivamente, gli occhi elettronici ‘illuminano’ solo sagome e, alle 3.40, l’auto di Alice che si allontana.

Da quel momento e fino ad oggi tantissime domande attendono di trovare risposte certe e, soprattutto, c’è una famiglia che merita e chiede giustizia. Di Alice, infatti, non è rimasta che la fede, così come l’anello di fidanzamento rinvenuti dagli inquirenti all’interno della sua auto carbonizzata.

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Ora si attendono due passaggi fondamentali: l’udienza al Riesame, fissata per il prossimo tre febbraio dopo che l’avvocato Roberto Ghini, difensore di fiducia di Mohamed Gaaloul ha presentato richiesta di scarcerazione e la fissazione dell’incidente probatorio chiesto per tutti e tre gli indagati: il tunisino 29enne, il marito della vittima e il collega di lavoro con il quale Alice ha trascorso la sua ultima notte in vita.

Saranno in quell’ambito svolti accertamenti irripetibili su tantissimi reperti, a partire dal borsello che Mohamed Gaaloul indossava la sera in cui sia lui che la vittima si trovavano allo Smart Cafè per passare al bidone dell’olio esausto trovato vuoto sul luogo dell’omicidio. Gli esperti cercheranno poi tracce di dna sui mozziconi di sigarette rinvenuti nelle campagne di Fossa e su alcuni pezzi di stoffa e frammenti di abiti.