Omicidio di Alice Neri. "Mio fratello in Francia per lavoro: lo prova una foto sui social"

La sorella di Gaaloul: "Ha pubblicato una ’storia’ temporanea che lo ritraeva in un cantiere"

Modena, 15 gennaio 2023 - Nessun complice del presunto assassino, almeno al volante di quella Mito Bianca che si è accodata alla Ford di Alice Neri alle 5.12 di quel terribile venerdì mattina. A quanto pare, infatti, a seguito di indagini è già stato escluso che il conducente dell’Alfa potesse essere in qualche modo coinvolto nel delitto della giovane mamma di Ravarino. Si è quindi risolto almeno uno dei tanti misteri che ruota attorno all’omicidio di Fossa di Concordia. Il principale indiziato resta il tunisino 29enne Mohamed Gaaloul, salito in auto con la donna la sera della sua morte. E’ la sorella a fornirgli un alibi: alla trasmissione Quarto Grado ha confermato la versione resa dal fratello il quale sostiene di non essere scappato all’estero ma di essere andato in Francia per lavorare come imbianchino: "Si è ’postato’ su Facebook in un cantiere, al lavoro – ha affermato la donna. – Ha messo una storia in cui si vedeva chiaramente che stava lavorando e l’abbiamo vista noi ma anche tutti i suoi amici. Come si può affermare che si stesse nascondendo?".

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A giorni, intanto, il tribunale del riesame dovrà pronunciarsi sulla richiesta di scarcerazione del tunisino indagato per omicidio volontario e distruzione di cadavere. "Ritengo non vi sia un grave quadro indiziario o, per meglio dire, che gli indizi non raggiungano quel grado di gravità che giustifica un’ordinanza cautelare. Dobbiamo aspettarci, per la decisione, tempi abbastanza brevi. È sicuramente possibile che la Procura in quella sede depositi ulteriori atti di indagine", ha sottolineato l’avvocato di fiducia del 29enne, Roberto Ghini.

Tornando al giallo risolto della Mito bianca, dalle telecamere era emerso come la vettura della vittima, sulla provinciale numero 7, in direzione Vallalta, all’alba di venerdì 18 novembre fosse stata ‘tallonata’ da una seconda auto. La Mito bianca, in un tratto di strada, ovvero all’incrocio con via Forella si era accodata alla Ford Fiesta della vittima. In questo modo i fari di quella seconda vettura avevano reso possibile agli inquirenti leggere la targa dell’auto della 32enne. Dopo circa tre minuti di quello che poteva sembrare un inseguimento, la Mito aveva però svoltato a sinistra, sparendo dagli occhi delle telecamere.

Le indagini dei militari ovviamente non hanno escluso alcuna ipotesi e si sono concentrati anche sull’auto bianca ma, a quanto pare, al volante c’era un cittadino che si stava recando al lavoro, in un’azienda poco distante. Restano ora da chiarire le ricerche fatte dalla vittima sul proprio telefonino e relative a tre diverse mappe: la vittima, prima di partire dallo Smart Cafè, alle 3.40 aveva cercato su Maps Ravarino, forse per trovare la strada più veloce per rientrare a casa. Qualche istante dopo, però, aveva cercato Vallalta di Concordia, ovvero dove l’indagato, il 29enne Mohamed Gaaloul, viveva.

Infine, intorno alle 4.50 ecco una terza ricerca: pare infatti che la 32enne (o qualcuno al suo posto) avesse impostato la mappa relativa ad un paese del Mantovano, nei pressi di Poggio Rusco. Il fratello del giovane tunisino risiede nel piccolo comune di San Giovanni del Dosso.

Luogo in cui si arriva facilmente, partendo dalle campagne di Fossa, dove è stato rinvenuto il cadavere, percorrendo una strada bianca. Alice era ancora viva a quell’ora? Se si, impostò lei quella ricerca sul telefonino?