Alice Neri, la versione di Mohamed: “Mi ha dato un passaggio in auto, poi ho dormito da mio cugino"

I giudici del Riesame si sono riservati sulla richiesta di scarcerazione di Gaaloul

Modena, 4 febbraio 2023 – “Sono sceso da quell’auto e sono andato a dormire da mio cugino. Non so cosa sia accaduto dopo". Sarebbe questa la versione del principale sospettato dell’omicidio della giovane mamma di Ravarino Alice Neri, il tunisino Mohamed Gaaloul. Nelle prossime ore sul caso che ha scosso l’intera Italia potrebbe arrivare una svolta. Ieri, infatti, i giudici del tribunale del Riesame di Bologna si sono riservati sulla richiesta di scarcerazione del tunisino, che non era presente in aula e che dopo diversi giorni dalla cattura ha incontrato in carcere la moglie.

Approfondisci:

Alice Neri, il mistero s’infittisce: "Aveva assunto droga"

Alice Neri, il mistero s’infittisce: "Aveva assunto droga"

Il giovane straniero aveva ammesso di aver accettato un passaggio, la notte del delitto, lo scorso 17 novembre da parte della vittima ma – da quanto emerge – ha anche affermato di essere poi sceso da quella vettura prima che qualcuno ammazzasse la giovane mamma, per poi dare alle fiamme la sua Ford Fiesta nelle campagne di Concordia.

La Procura ha sottolineato come gli elementi che incastrano il 29enne siano parecchi e inequivocabili e ieri sono stati tutti ‘ribaditi’ nell’ambito dell’udienza al tribunale della lilbertà. Contestualmente il legale difensore dell’indagato, l’avvocato Roberto Ghini ha parlato a lungo in aula sostenendo come vi sia la mancanza di un movente, ma soprattutto di elementi chiari, nelle indagini, che riconducano a Mohamed Gaaloul quale omicida di Alice Neri.

Approfondisci:

Alice Neri, accertamenti su borsello, bidone dell’olio e mozziconi

Alice Neri, accertamenti su borsello, bidone dell’olio e mozziconi

"In nessun atto si individuano o ipotizzano le cause del decesso della signora Alice Neri – ha ribadito il legale. Non si sa come sia morta. Inoltre un altro dato che qui e adesso non può essere contestato è il fatto che nessun atto di indagine fa riferimento ad un possibile movente o ad una possibile ragione che dovrebbe sorreggere inevitabilmente l’ipotetica azione umana che avrebbe condotto alla morte della giovane. Perchè l’indagato l’avrebbe uccisa? - ha chiesto con forza il legale di Gaaloul - se voi mi dite com’è morta e per quali motivi avrebbe dovuto ucciderla, rinuncio al riesame".

Tra le altre cose, il legale ha prodotto poi la dichiarazione del consulente di parte, che attesta come siano state rinvenute tracce di cocaina a seguito degli esami tossicologici condotti sui resti della vittima. "Reputo che questo sia un elemento che merita di essere approfondito al fine di risalire all’epoca dell’assunzione", afferma l’avvocato Ghini. Il mistero dietro al terribile delitto, quindi, sembra ancora ben lontano dall’essere ‘dissipato’.

Le indagini non si sono interrotte e la Procura ha chiesto l’incidente probatorio per tutti e tre gli indagati: Gaaloul, il marito di Alice e il collega di lavoro che trascorse con la vittima l’ultima notte allo Smart Cafè di Concordia. Nel corso dell’incidente probatorio saranno assunte le testimonianze di quattro tunisini nell’ambito dell’udienza fissata per il prossimo 15 febbraio. Si tratterebbe degli stessi stranieri che hanno affermato come la mattina del 18 novembre Gaaloul tornò a casa con gli abiti sporchi di olio.

Proprio sulla tanica trovata sul luogo del delitto saranno ora effettuati i necessari accertamenti tecnici sempre nell’ambito dell’incidente probatorio chiesto dalla Procura.