Omicidio a Pesaro, infermità mentale per Michael Alessandrini? Assassino arrivato alla cena col passaporto

L’avvocato Asole a giorni potrebbe già partire diretto in Romania per un colloquio con l’assassino. Un atto premeditato?

Pesaro, 26 febbraio 2023 – Entro i primi giorni della prossima settimana potremmo forse sapere la versione di Michael Alessandrini sull’omicidio. Il suo legale di fiducia, Salvatore Asole, ha inoltrato alla procura (che gli concederà il permesso) la richiesta per andare a parlare, in Romania, dove si trova recluso, con il 30enne pesarese accusato dell’omicidio dell’amico Pierpaolo Panzieri, 27 anni. Se anche le autorità romene gli daranno il permesso, l’avvocato Asole partirà subito alla volta della Romania. Asole riconosce che il suo assistito è l’esecutore materiale del delitto. Ma la partita con la procura, da ora in poi, si svolgerà sulle condizioni mentali di Michael. Incapace di intendere e di volere, e allora non imputabile. Oppure sano di mente o solo parzialmente incapace, e allora invece imputabile. "Lunedì – dice Asole – la procura avrà sul tavolo la mia richiesta di svolgere una perizia psichiatrica nella forma dell’incidente probatorio". La procura esclude la necessità della perizia. Ma se il gip darà l’assenso, si farà, con la nomina dei rispettivi periti di parte.

L’avvocato Asole vuole capire bene anche l’esatto contesto in cui l’omicidio si è svolto. "Mi risulta – dice – che siano state trovate tracce di hashish in un pacchetto di sigarette presenti nell’abitazione, che presumo appartenessero alla vittima".

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Pierpaolo Panzieri si è difeso, davanti all’amico di infanzia che lo stava massacrando con il coltello, o portato da casa, o preso nella casa stessa della vittima. Domani, svolgendo l’autopsia (ore 15,30), si vedrà se l’ipotesi di qualcuno è esatta: che cioè le prime coltellate dovrebbero essere state quelle alla gola, che hanno comportato un primo copioso dissanguamento di Pierpaolo, che pure comunque ha avuto la forza di fuggire nel bagno. Si spiegherebbe così perchè i vicini di casa non hanno sentito neanche un grido nonostante la colluttazione. Forse Pierpaolo, proprio perché colpito alla gola, non ha potuto gridare. Si dovrà anche stabilire se l’omicidio volontario, aggravato dall’efferatezza e dai futili motivi, sia stato o o premeditato. La procura pensa si tratti di un delitto di impeto. La cosa strana però è che Michael Alessandrini avesse portato con sé alla cena dell’amico il passaporto. Aveva già pensato alla fuga? O forse aveva solo programmato di raggiungere l’Ucraina, per andarsi ad arruolare, e quindi quella con Pierpaolo, poi tramutatasi in un omicidio, doveva essere una cena di saluto, prima del lungo viaggio a Est?

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Ora la polizia italiana – Squadra mobile - e la procura (pm Silvia Cecchi) stanno svolgendo con le autorità romene le pratiche per trasferire Alessandrini a Villa Fastiggi. Da un punto di vista più strettamente investigativo, però, sarà importante per la Squadra Mobile avere informazioni precise su alcuni elementi: uno, in che stato è la macchina, la Clio, con la quale Alessandrini è fuggito, ed ha a un certo punto abbandonato per prendere un treno. L’auto la Romania la restituirà, una volta che viene ritrovata. Due, in che stato è lo stesso Alessandrini: se è ferito, e quali ferite ha, a seguito della colluttazione. La terza cosa sarà ovviamente il suo interrogatorio di garanzia. Che riapre il mistero ancora irrisolto del movente.

Da una parte un amico sereno, faccia angelica, integrato nella sua città, che lavora con il fratello e il padre, nell’azienda di famiglia del cemento a Vallefoglia, un bravo ragazzo, talmente bravo che si è fatto carico dell’altro, Michael, tormentato, problematico, evitato dai più per la sua pericolosità, quando invece Pierpaolo gli ha aperto la porta di casa. Un "amico ingombrante" nel quale Michael forse vedeva specchiato il suo fallimento. Gli avrà raccontato anche a lui che più volte aveva avuto voglia di farla finita. Una sofferenza che si radicava sempre di più, anche se fino a lunedì sera non si era mai concretizzata in nulla di grave. Ma quella sofferenza scava, lavora dentro. E crea un ’combustibile’ che attende solo di essere acceso da una scintilla qualsiasi. Banale, forse, fino all’inverosimile. Quei "futili motivi" che creano l’irreparabile.