ANDREA ALESSANDRINI
Cronaca

Città 30, l’artefice: "Cesena segua le orme di Bologna e caleranno gli incidenti stradali"

La cesenate Valentina Orioli, assessora alla Mobilità del comune felsineo dove sono stati ridotti i limiti. "Circolazione più lenta e presto più fluida, benefici per la sicurezza. Ma non bastano le regole, serve il controllo"

Cesena, 21 gennaio 2024 – A Cesena la Città 30 diventerà uno dei temi caldi della imminente campagna elettorale per le comunali dell’8 e 9 giugno. Il Piano urbano della mobilità sostenibile comunale approvato nel 2022 la prevede. “Lo scenario di piano nel lungo termine si pone l’ambizioso obiettivo – si legge – di realizzare la cosiddetta ’Città 30’ mettendo in atto interventi di riprogettazione, anche strutturali, degli assi stradali che portino ad una forte calmierazione delle velocità su tutta la viabilità locale, ad esclusione delle zone industriali e della viabilità di scorrimento. L’occasione di riprogettare tali ambiti sarà altresì un’opportunità di rimozione di barriere architettoniche e altri ostacoli fissi”. Secondo Marco Casali (FdI) il destino per Cesena è segnato: “Visto che il progettò è stato messo nel Pums verrà attuato da chi l’ha ideato, la giunta di centrosinistra che evita di dirlo per non andare incontro alle critiche della cittadinanza”. L’assessora alla mobilità Francesca Lucchi ha invece assicurato che la ‘Città 30’ non è all’ordine del giorno per Cesena e che non verrà seguito l’esempio di Bologna dove è entrata in vigore martedì scorso, tra polemiche e manifestazioni di protesta.

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La cesenate Valentina Orioli, assessora alla mobilità del Comune di Bologna, propone il limite dei 30 km/h anche a Cesena
La cesenate Valentina Orioli, assessora alla mobilità del Comune di Bologna, propone il limite dei 30 km/h anche a Cesena

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Lo stacco della spina sia pur intermittente (cellulare impossibile da silenziare in questi giorni) dopo una settimana di ingorghi polemici, porta ossigeno durante il weekend nella casa di Diegaro a Valentina Orioli, cesenate, assessora del Comune di Bologna con deleghe a nuova mobilità, infrastrutture, trasporto pubblico locale nella giunta del sindaco Matteo Lepore (Pd).

In capo al suo assessorato c’è la già famosa, e per i detrattori famigerata, Bologna Città 30 di cui parla tutta Italia, dopo che martedì scorso nella città felsinea sono entrate in vigore le limitazioni al traffico e si sono sollevate vocianti proteste contro – così la chiamano i detrattori – la Bologna alla moviola.

L’assessora Orioli, oltre alla firma, ci mette volentieri la faccia. 52 anni, architetta e professoressa associata al Dipartimento di Architettura dell’Università di Bologna, non è del Pd, ma è stata scelta come assessore tecnico, per la sua competenza professionale, sia dall’attuale sindaco che dal precedente Virginio Merola, di cui è stata per due anni vicesindaco.

Assessora Orioli, il ministro Salvini ha detto con sarcasmo che il limite di velocità a 30 all’ora Bologna è stato disposto per sentire meglio il canto degli uccellini.

"Il ministro potrebbe consultare il piano per la sicurezza stradale del suo ministero che, recependo linee guida internazionali, indica il limite dei 30 chilometri orari come misura chiave per ridurre gli incidenti sulle strade urbane. Sarebbe bene mettere da parte le posizioni ideologiche e sostenere le Città 30 e il trasporto pubblico con i fatti".

Lei fa la pendolare da Cesena. Come si reca a Bologna e come vi si sposta?

"Vado in treno, ma in città utilizzo anche l’auto per gli spostamenti".

Da martedì scorso, giorno dell’entrata in vigore dei provvedimenti, che cosa vede di cambiato?

"Il traffico è più letto e un po’ alla volta diventerà anche più fluido. La farraginosità dipende anche dai cantieri. Il rumore è già molto diminuito, pedoni e ciclisti conquistano spazio".

Perché Bologna ha istituito la Città 30?

"Annunciato in campagna elettorale, il progetto è nelle linee di mandato. La ragione è semplice: aumentare la sicurezza stradale. L’incidentalità ha ripreso a crescere dopo il Covid e se consideriamo i dati Istat il 70% degli incidenti avviene in città, non nella tangenziale, nelle autostrade e nelle strade più ampie. Le cause maggiori sono notoriamente l’alta velocità e la distrazione, e più si va forte maggiori diventano i tempi di frenata e di reazione".

Andare ai 50 è andare forte?

"L’impatto ai 50 all’ora sul pedone è grave, quello a 30 molto meno, solo in due casi su dieci è letale. Ed è solo un esempio".

La città si sta rivoltando.

"Niente affatto, ci sono delle critiche ed è legittimo, ma il nostro percorso si basa su evidenze condivise a a livello internazionale e c’è stato un confronto attivo con la città attraverso incontri e laboratori prima che scattassero le nuove regole. Guardiamoci attorno. In Spagna c’è una legge nazionale che introduce le Città 30, a Graz in Austria le ha volute il centrodestra. La sicurezza non è materia ideologica, su. Le troviamo a Londra, Parigi, Bruxelles...".

Lei è fiduciosa che l’entrata a regime sarà soddisfacente?

"Certo che sì. Normale che in questi giorni ci siano preoccupazioni, ma dai nostri riscontri emerge piena collaborazione anche da chi non è d’accordo, bel segno di senso civico. Questa svolta ha bisogno di tempi di adattamento. Il controllo del territorio nel periodo di adattamento è utile anche per monitorare i corretti comportamenti di ciclisti, monopattinisti e pedoni".

La Città 30 è prevista dal Pums comunale anche a Cesena, la sua città. Che cosa ne pensa?

"Ritengo che il percorso adottato dal comune di Bologna abbia una ragionevolezza in tutte le realtà urbane per abbassare l’incidentalità. I benefici nella città capoluogo si vedono prima, ma anche nelle più piccole saranno rilevanti. Cesena ha avviato un percorso interessante con molte zone trenta, la mobilità è ben regolata e si parte da buone basi. Ma la Città 30 è un’altra cosa, non riguarda solo l’estensione delle zone con quella soglia di velocità".

Che cosa deve fare dunque il Comune di Cesena se intenderà adottarla?

"Non va solo vietata e limitata velocità. È una visione della città che cambia attraverso un percorso medio lungo con quattro gambe: trasformazione delle regole, accompagnamento culturale, modificazione fisica dello spazio stradale con ampliamento delle pedonalizzazioni, controlli adeguati delle strade. Parliamo di un percorso, non di una direttiva: solo con nuove regole non è Città 30".