Traffico di droga: Gianluca Fiore, il nullatenente con Ferrari e Porsche. "Gianluca Pini? Lo finanzio io"

L’autotrasportatore è stato arrestato, oggi l’interrogatorio. Insieme all’ex parlamentare puntavano a due bagni a Cervia, poi l’affare delle mascherine: "Lui le compra, io le distribuisco"

Secondo le accuse, Gianluca Fiore controllava in maniera occulta almeno due attività nel settore dell’autotrasporto: la Fgm di Panighina e la Ciuccoli di Cesena

Secondo le accuse, Gianluca Fiore controllava in maniera occulta almeno due attività nel settore dell’autotrasporto: la Fgm di Panighina e la Ciuccoli di Cesena

Forlì, 26 giugno 2023 – Capace di passare sotto traccia, senza farsi notare, per poi esibirsi in qualcosa di eclatante. La vicenda – non solo penale – di Gianluca Fiore sembra vivere di queste opposte contraddizioni. Risultava nullatenente e privo di fonti di reddito, però girava con una Ferrari da 200mila euro (le società riferibili a lui possiedono anche una Volvo XC 40 e una Porsche Panamera). Secondo gli inquirenti, aveva in tasca un accordo da 5 milioni di euro per la vendita di un’area edificabile a Faenza.

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Aveva alle spalle una condanna per estorsione (arrestato nel 2009 dalla Polizia a Pistoia) che l’aveva portato in affidamento ai servizi sociali. Dal 1999 al 2015 si contano altre 7 denunce: lesioni, ingiurie, minacce, danneggiamento, rifiuto di dare indicazioni sulla sua identità. I pm di Forlì ora lo accusano di trasferimento fraudolento di valori, truffa aggravata e continuata, frode assicurativa, appropriazione indebita, lesioni, danneggiamento a seguito di incendio e, infine, di autoriciclaggio: curiosamente, la banca a cui avrebbe truffato 750mila euro non ha sporto denuncia contro di lui; il reato, però, è perseguibile d’ufficio. Eppure, nell’inchiesta della procura che ricostruisce i suoi movimenti finanziari, si trovano citati eccellenti professionisti forlivesi a curare i suoi interessi, come si potrebbe presumere che accada a chi è ben inserito nel tessuto sociale cittadino.

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Per la procura , il 46enne forlivese Gianluca Fiore è il vero padrone di varie società: la Fgm autotrasporti, con sede a Panighina, di cui ha ceduto quote a due albanesi (considerati coinvolti nel narcotraffico) e che vede la moglie (estranea all’inchiesta) come titolare; e anche della ditta ‘Ciuccoli’, dal nome di Guido, uno dei due fratelli cesenati che secondo l’accusa trasportavano droga per suo conto, a loro volta arrestati.

Fiore risultava loro dipendente ma era di fatto il datore di lavoro: in una telefonata, i due si lamentano con lui di avere un budget per il pranzo di appena 5 euro al giorno ("andiamo avanti a cracker..."), ma l’autotrasportatore li zittisce duramente. Forti sospetti in merito all’utilizzo del denaro: come quando la ‘Ciuccoli’ effettua un bonifico di 92mila euro con causale "933 tonnellate di legna da ardere", "un quantitativo assolutamente spropositato per essere acquistato e assolutamente impossibile da trasportare", annotano i pm. Lo scopo generale dell’attività? Gli inquirenti non hanno dubbi: il traffico di sostanze stupefacenti.

Oggi , per questo, Fiore viene interrogato in carcere a Forlì: l’inchiesta che lo riguarda più direttamente è quella della Direzione distrettuale antimafia di Bologna, che ha portato giovedì a 27 dei 34 arresti totali. I guai per Fiore iniziano il 19 agosto 2020, al traforo del Monte Bianco, di rientro dal Belgio: il camion dei fratelli Ciuccoli contiene 28 chili di cocaina. Viaggio ‘scortato’ dallo stesso Fiore: l’autotrasportatore ha con sé un modesto quantitativo di stupefacenti che gli vale la segnalazione in Prefettura e, soprattutto, gli attira l’attenzione degli investigatori.

I quali si accorgono della relazione – d’amicizia e d’affari – con Gianluca Pini: prima della pandemia stavano progettando insieme di rilevare un bagno a Cervia e di partecipare al bando per la gestione dello stabilimento balneare del Grand Hotel. In un’intercettazione, Fiore si spiega così: "Gli manca la parte strategica che è il denaro! – dice riferendosi, secondo gli inquirenti, a Gianluca Pini – Lui vuole fare il bando e vuole che io gli dia il consenso a farlo come finanziatore, insomma. Realmente parlando Pini non ha né i soldi per fare il progetto né per comprare due bagni". Rivendica dunque di avere denaro pur essendo nullatenente (la ‘Ciuccoli’, di cui sarebbe il vero ‘dominus’, avrebbe addirittura 300mila euro di debiti verso l’erario). Dalle sue parole, par di capire che Pini conoscesse la sua disponibilità economica. Secondo i pm, l’ex parlamentare era a conoscenza anche del fatto che la ricchezza derivava dal traffico di droga.

I due fanno squadra, intanto, nell’affare delle mascherine. Ancora una volta è lo stesso Fiore, intercettato, a spiegarsi: "Codice e Ciuccoli sono praticamente la stessa cosa! Abbiamo importato le mascherine con Codice e le abbiamo distribuite con due società diverse". Hanno seguito, per ora, anche lo stesso drammatico destino.