
Gli agenti del commissariato di Imola con gli oggetti rubati alla 90enne
Uno faceva da palo, fingendo di dormire in auto. L’altro invece agiva in casa di una 90enne, a Toscanella di Dozza, facendosi consegnare 20mila euro di monili d’oro. I due campani, di 20 e 17 anni, erano arrivati a Imola dalla Romagna, a bordo di una Fiat Panda nera, progettando la truffa da mettere in atto. Prima facendo le giuste chiamate, applicando sia la tecnica del finto avvocato che del finto carabiniere. Così, hanno ingannato anche il figlio della signora classe 1934. Poi, arrivando sul posto, in via Nuova Sabbioso. Solo che sulle loro tracce si era messo un poliziotto del commissariato di Imola. Giovedì non era di turno, ma in abito civile, in sella alla sua moto e con l’occhio attento. E proprio a Toscanella di Dozza, quando ha notato la targa e l’auto, ripensando alla segnalazione che la Polizia aveva ricevuto, ha deciso di fermarsi per monitorare la situazione.
Pochi minuti e da una casa esce in fretta e furia un ragazzo. Sale sulla Fiat Panda nera e parte a tutta velocità in compagnia dell’amico. Insomma, tutti gli ingredienti fanno pensare a una truffa ai danni di un anziano o qualcosa di simile. Un reato che negli ultimi periodi in città si sta ripetendo sempre di più, con tanti interventi delle forze dell’ordine, basti pensare agli ultimi tra stazione, centro e periferia.
Allora l’agente, che aveva già avvisato i colleghi in servizio, inizia a seguire a distanza l’auto e aggiorna costantemente gli altri poliziotti sulla situazione. Il classe 2005, in compagnia del minorenne del 2008, imboccano velocemente le strade di campagna e si dirigono verso il casello autostradale di Imola. A questo punto l’agente decide di intervenire. Con un netto sorpasso si piazza davanti alla Fiat Panda nera e inchioda. I due giovani a bordo dell’auto fanno lo stesso. Una volta sceso dalla moto il poliziotto si qualifica e cerca di aprire lo sportello della macchina per togliere le chiavi. Ma i due, provenienti dalla Campania, rispettivamente di Napoli e Castel Volturno, innestano la retromarcia e provano a scappare. Solo che nel compiere la manovra tamponano l’auto che si era fermata dietro di loro.
Gli agenti che erano stati avvisati dal collega arrivano con una pattuglia e fermano subito i due giovani. Scatta immediatamente la perquisizione del mezzo. E nel portaoggetti della Fiat Panda ecco i monili d’oro, oltre a 80 euro in contanti. Portati in commissariato, i due non riescono a spiegare da dove provenisse tutto quel materiale. Nel mentre un altro equipaggio della Polizia va a casa della signora truffata. La donna racconta che poco prima aveva consegnato anelli, bracciali e orecchini a un giovane che si era finto avvocato. Il malvivente, al telefono, le aveva parlato di un "fondo assicurativo creato per l’incidente che era capitato a un suo familiare". E nella truffa era stato ingannato anche il figlio, con un finto carabiniere che gli aveva detto di recarsi in stazione, dove c’era una pattuglia che lo aspettava.
Accertate quindi le dinamiche, così come gli orari, vengono posti sotto sequestro auto e telefono. I due giovani, colti in flagranza di reato, vengono arrestati per truffa in concorso, e denunciati entrambi per lesioni a pubblico ufficiale in concorso, con l’agente che per il trauma contusivo alla spalla sinistra ha rimediato cinque giorni di prognosi. Il 20enne aveva precedenti per reati contro il patrimonio e resistenza a pubblico ufficiale. Venerdì c’è stata la convalida dell’arresto in tribunale a Bologna e per lui è stato emesso l’obbligo di dimora nel suo comune di residenza e il divieto di uscita nelle ore notturne. Il minore invece, segnalato già tre volte perché in sella a un ciclomotore senza mai aver conseguito la patenente, è stato portato al Cpa di Ancona ed è stato confermato il suo arresto. Ora si trova agli arresti domiciliari in Campania. Per entrambi il questore ha emesso anche il foglio di via obbligatorio da Imola.