Coronavirus Emilia Romagna, 1.200 contagi. Chiuse piscine e palestre

Il Governo chiarisce il contenuto del decreto e la Regione emana una nuova ordinanza. Nessuna limitazione per treni e bus, libertà di spostamento per lavoratori e merci: le misure provincia per provincia

Coronavirus, in Emilia Romagna chiuse piscine e palestre (Fotogramma)

Coronavirus, in Emilia Romagna chiuse piscine e palestre (Fotogramma)

Bologna, 8 marzo 2020 - Emilia Romagna divisa in due dal coronavirus. Una novita, però, vale per tutte le province: sospesa l'attività di piscine, palestre, centri ricreativi e centri diurni. E' quanto disposto da un'ordinanza regionale. Il decreto firmato dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che deriva dalle indicazioni del Comitato tecnico scientifico ed è adottato d’intesa con i ministri competenti e sentite le Regioni, elimina le precedenti zone rosse, e cioè i Comuni focolaio dell’epidemia della Lombardia e del Veneto, e suddivide il Paese sostanzialmente in due aree.

Qui gli aggiornamenti del 9 marzo 2020

La prima, per cui sono previste misure più restrittive a causa della maggiore diffusione del virus, comprende la Lombardia e le province emiliano-romagnole di Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena e Rimini, oltre a quelle di Pesaro e Urbino nelle Marche, Alessandria, Asti, Novara, Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli in Piemonte e Padova, Treviso, Venezia in Veneto.

Altre misure di contenimento del contagio valgono invece su tutto il territorio nazionale, e quindi per le altre province dell’Emilia Romagna: Bologna, Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena

Le misure contenute nel decreto sono valide da oggi, 8 marzo, al prossimo 3 aprile. Nelle province di Bologna, Ferrara, Ravenna e Forlì-Cesena, la sospensione di nidi, scuole e Università rimane invece in vigore fino al 15 marzo

Libertà di spostamento per lavoratori e merci 

In merito a una delle misure più importanti, e cioè evitare gli spostamenti di persone nelle aree oggetto delle misure più stringenti, fra cui le cinque province emiliano-romagnole, limitandole a comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità e motivi di salute, il Governo, durante una videoconferenza con le Regioni nel pomeriggio, ha chiarito in modo inequivocabile come non esistano restrizioni per la mobilità dei lavoratori e delle merci né all’interno del Paese né tra il nostro Paese e gli altri. Dunque, chi deve spostarsi per ragioni di lavoro, anche fra le province e all’interno di esse, lo possa fare. E’ quindi garantito il diritto a lavorare per chi è in buona salute, non presenta sintomi né debba rispettare il periodo di quarantena. Con l’avvertenza che si tratti sempre di spostamenti per ragioni di lavoro o di necessità.

Sospesa l'attività di piscine, palestre, centri ricreativi e centri diurni in tutta la regione

“Bene che il Governo abbia fatto chiarezza su un punto che da ieri sera aveva spinto tantissimi cittadini a chiederci se domattina avrebbero potuto o meno recarsi al lavoro, o imprenditori a porre lo stesso quesito relativo alle merci”, sottolinea il presidente della Regione, Stefano Bonaccini. “Sia chiaro - prosegue - che il primo impegno è contrastare la diffusione del virus e l’Emilia-Romagna è in prima linea in questo sforzo. A dimostrazione del fatto che non abbiamo alcuna intenzione di indebolire i provvedimenti del Governo, d’accordo con i sindaci dei territori esclusi dalle misure più restrittive, ho appena assunto un’ordinanza che estende la sospensione dell’attività di palestre, piscine, attività ricreative anche alle zone che il Governo aveva escluso e che quindi varranno in tutto il territorio regionale”.

Con la stessa ordinanza, “metteremo in protezione quella parte della popolazione più fragile che oggi frequenta i nostri centri diurni: parliamo di persone non autosufficienti che trovano in questi servizi un supporto molto importante per sé e per le proprie famiglie, ma che in questo momento rappresentano un rischio troppo alto per la loro salute. Per questo, sospendiamo l’attività dei centri diurni in tutta l’Emilia-Romagna, chiedendo ai Comuni di rafforzare l’assistenza domiciliare. Come Regione, li sosterremo in questo sforzo”. 

Il dettaglio delle misure provincia per provincia

Coronavirus, il bilancio dei contagi

Dopo le misure introdotte dal Governo col decreto della Presidenza del Consiglio, si torna ad aggiornare il bilancio del Coronavirus. In Emilia Romagna i casi di positività sono 1.181 (accertati alle 12), 171 in più rispetto a ieri pomeriggio. E passano da 3.604 a 4.344 i campioni refertati. 

Anche oggi si tratta di persone che in circa la metà dei casi hanno richiesto un ricovero ospedaliero, le altre hanno sintomi modesti o addirittura assenti che non richiedono cure ospedaliere: 475 sono infatti i pazienti che stanno rispettando il previsto isolamento nella propria abitazione.

Sono 75 le persone ricoverate in terapia intensiva (11 in più rispetto a ieri). Salgono a 27 le guarigioni, 26 delle quali riguardano persone “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione e una dichiarata guarita a tutti gli effetti perché risultata negativa in due test consecutivi.

Purtroppo, però, crescono anche i decessi, passati da 48 a 56. Degli 8 nuovi decessi, due riguardano cittadini lombardi di 81 e 85 anni, poi un paziente bolognese di 85 anni e cinque pazienti piacentini con età comprese tra i 71 e 91 anni. Tutti avevano patologie pregresse, mentre sono in corso approfondimenti epidemiologici sull’uomo di Bologna.

Ecco nel dettaglio i casi di contagio, che si riferiscono non alla provincia di residenza ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 528 Piacenza (49 in più rispetto a ieri), 276 Parma (47 in più), 113 Rimini (9 in più), 97 Modena (15 in più), 70 Reggio Emilia (22 in più), 62 Bologna (13 in più), 16 Forlì-Cesena (9 in più), 13 Ravenna (3 in più), 6 a Ferrara (4 in più rispetto a ieri).

Coronavirus, chiuse cinque province

Ci sono anche le cinque province dell'Emilia Romagna Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena e Rimini tra le 14 che, assieme alla Regione Lombardia, sono sottoposte alle misure per il contenimento e il contrasto del diffondersi del coronavirus sull'intero territorio nazionale. Il nuovo decreto, di cui ieri sera era circolata una bozza, è stato firmato nella notte dal Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte e limita le possibilità di movimento nelle zone più colpite. 

Non è un 'divieto assoluto', spiega il premier: sarà possibile muoversi per lavoro, emergenze e motivi di salute. Ma la polizia potrà fermare i cittadini e chiedere loro perché si stiano spostando nei territori più a rischio. "Mi assumo la responsabilità politica" di queste decisioni, dice Conte.

Il mancato rispetto degli obblighi del dpcm, che include una serie di misure restrittive che vanno dalla chiusura delle scuole a quella delle piste da sci, può essere punito con l'arresto fino a 3 mesi e fino a 206 euro di ammenda.

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Cosa cambia nelle 'zone rosse' fino al 3 aprile

Fino al 3 aprile nell'intera Lombardia e poi le province di Modena, Parma, Piacenza,Reggio Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Alessandria, Asti, Novara, Verbano Cusio Ossola, Vercelli,Padova, Treviso e Venezia saranno limitati i movimenti, salva la possibilità di rientrare a casa propria: "Evitare ogni spostamento delle persone fisiche in entrata e in uscita dai territori, nonché all'interno dei medesimi territori", recita il dpcm.

I bar e i ristoranti dovranno chiudere alle 18 e per il resto della giornata garantire distanze di almeno un metro. Chi ha 37,5 di febbre è invitato a restare a casa, chi è in quarantena ha il divieto assoluto di uscire.

Restano chiuse scuole e università, sospese le cerimonie civili e religiose. Chiusi pub, discoteche, piscine, palestre, musei e luoghi di cultura. Restano chiusi cinema, teatri, sospesi tutti gli spettacoli. Sospesi gli eventi sportivi. Luoghi di culto aperti sempre che possano evitare gli assembramenti.

Le critiche di Bonaccini

Riprendendo le critiche fatte ieri sera sulla bozza del Dpcm sul coronavirus, il Governatore dell'Emilia Romagna Stefano Bonaccini interviene di nuovo sul testo definitivo emanato nella notte dal governo. "Il testo del Dpcm contiene alcune ambiguità che hanno creato incertezze fra cittadini, imprese e lavoratori e il nostro compito è dare risposte. Urgente fare chiarezza".

Treni, nessuna limitazione in Emilia Romagna

Nessuna limitazione di circolazione dei treni in Emilia-Romagna, gli autobus potranno girare nelle province di Ferrara, Bologna, Ravenna e Forlì-Cesena come da orario vigente, mentre, limitatamente alle province di Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena e Rimini entrerà in vigore la programmazione prevista nei periodi di vacanza scolastica.

Lo prevede la circolare inviata dall’assessore regionale alla Mobilità, Andrea Corsini, a tutte le società di trasporto pubblico regionali dopo la pubblicazione del Dpcm, il decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri adottato oggi, 8 marzo 2020, sulle misure anti-Coronavirus. La decisione è stata presa per garantire ai cittadini dell’Emilia-Romagna “adeguate condizioni di accessibilità ai luoghi e servizi”, dal momento che il trasporto pubblico è considerato un servizio essenziale per la mobilità delle persone anche in situazioni di emergenza sanitaria. “Pur in presenza di una emergenza sanitaria - afferma Corsini -, nel pieno rispetto delle prescrizioni imposte, garantiamo un servizio pubblico essenziale ai cittadini per consentirgli di spostarsi per ragioni di lavoro o per necessità urgenti”.

Al momento, non ci saranno quindi cambiamenti per quanto riguarda il servizio ferroviario, che sarà regolare, e non ci saranno restrizioni per gli autobus dei territori di Ferrara, Bologna, Ravenna e Forlì-Cesena che potranno circolare come da orario ora in vigore. Solo per le province di Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena e Rimini, il servizio bus sarà ridotto alla programmazione prevista nei periodi di vacanza scolastica. Sono previsti inoltre interventi straordinari di sanificazione dei mezzi da parte delle aziende di trasporto come da articolo 3 del Dpcm.

Negativa la presidente dell'Assemblea legislativa dell'Emilia Romagna

"Pochi giorni fa, in seguito alla notizia di due assessore regionali, Barbara Lori e Raffaele Donini, risultati positivi al Coronavirus, ho optato, come indicato dal DPCM, per la quarantena volontaria presso la mia abitazione a Rimini, sottoponendomi, in via prudenziale, a un tampone. Oggi ho ricevuto l'esito: sono negativa. Quindi vorrei tranquillizzare anche chi, nei gironi scorsi, ha avuto contatti diretti con me" così la presidente dell'Assemblea legislativa Emma Petitti. "Continueró ovviamente- ha aggiunto- a seguire tutte le indicazioni a tutela della salute pubblica dei cittadini, a partire dal rispetto della zona rossa".