CronacaTerza dose vaccino ed effetti collaterali. Domande e risposte

Terza dose vaccino ed effetti collaterali. Domande e risposte

L'immunologo Unimore, professor Andrea Cossarizza, rassicura e chiarisce i dubbi più comuni anche sulla variante Omicron

Modena, 2 dicembre 2021 - Sono tantissimi i cittadini in attesa della terza dose di vaccino anti Covid e, come per le prime due qualche timore c'è sempre. Ma spaventa soprattutto la variante Omicron. L'immunologo Unimore, professor Andrea Cossarizza, rassicura i cittadini.

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L'immunologo Andrea Cossarizza parla di terza dose ed effetti collaterali
L'immunologo Andrea Cossarizza parla di terza dose ed effetti collaterali

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Professore, quali sono gli effetti collaterali legati alla terza dose? 

"Dobbiamo in primo luogo guardare cosa è accaduto nei paesi dove la terza dose è stata già somministrata a milioni di persone. Il Ministero della Salute israeliano ha riportato che gli effetti collaterali più comuni dopo la terza dose di Pfizer, riscontrati in una piccola percentuale degli oltre 3 milioni adulti over 60, sono la spossatezza generale, riscontrata in 87 persone per milione (contro 272 e 251 per milione rispettivamente dopo la seconda e la prima dose), dolore nella zona di iniezione (43 persone per milione nella terza dose, contro 223 e 514 nella seconda e prima).  I disturbi meno comuni e più gravi riscontrati sono mal di testa, febbre, brividi, dolore muscolare. Dati riportati dai CDC americani su oltre 2.200.000 americani (over 65 e soggetti fragili) dicono che dei 22mila soggetti che hanno risposto volontariamente a un apposito questionario, solo il 28% (circa 6.200 persone) ha riportato disturbi moderati o lievi e che durano poco nel giorno successivo alla vaccinazione. Il sintomo più frequente è stato il dolore al braccio, avvertito nel 71% dei casi (circa 4.300 persone). Il 56% ha riportato stanchezza, il 43% mal di testa, il 7% ha avuto dolori forti. Ma oltre 2,1 milioni di persone, ovvero oltre il 95% dei vaccinati, non hanno risposto al questionario, per cui è verosimile che i problemi siano stati veramente pochissimi.  Non ci sono ancora dati disponibili sul rischio di miocarditi e pericarditi legate alla terza dose di vaccino anti-Covid, anche perché al momento il richiamo è stato usato in prevalenza solo alle fasce di età più elevate, mentre, come sappiamo, i rari problemi cardiaci post-vaccino sono stati osservati principalmente negli uomini più giovani ed entro 14 giorni dall’iniezione".

E per quanto riguarda la terza dose con Moderna?

"Si pensa che l’utilizzo di Moderna nella posologia suggerita (mezza dose) possa ridurre ulteriormente il pericolo di tale rara complicanza,  sul rischio di miocarditi e pericarditi".

'Incrociare' due tipi di Vaccini, Pfizer e poi Moderna ha effetti sull'efficacia? 

"In teoria la porzione del virus che viene riconosciuta dai vaccini a mRNA, ovvero una sequenza della proteina spike, è sempre la stessa, e quindi l’efficacia non dovrebbe diminuire, ma come al solito servono dati scientifici certi. Sono comunque in fase avanzata diversi studi che ci diranno la reale efficacia di questa strategia vaccinale".

Tutti quindi possono essere sottoposti al vaccino con Moderna?

"Moderna è un vaccino che possono fare tutti, tranne ovviamente chi ha avuto reazioni allergiche allo stesso vaccino nelle due dosi precedenti. Va detto che le persone fragili o con patologie croniche e ingravescenti sono proprio le prime che devono essere vaccinate".

C'è timore per la nuova variante Omicron, è più aggressiva? 

"La variante Omicron è stata descritta da pochi giorni, e non è possibile dare alcun giudizio sulla sua eventuale maggiore pericolosità. Ci sono quattro mutazioni vicino ad un sito putativo della proteina spike del virus dove si possono legare gli anticorpi monoclonali, ed una che potrebbe cambiare qualche caratteristica antigenica, ma non possiamo ancora conoscere la reale importanza clinica di tali mutazioni. Sappiamo che in Sudafrica ha dimostrato una maggiore infettività, ma non una maggiore aggressività. Il fatto che il primo paziente italiano che ha contratto tale variante, ma che aveva ricevuto due dosi di vaccino, non abbia avuto sintomi è comunque una prima, ottima dimostrazione dell’efficacia dei vaccini. Ma naturalmente servono ulteriori conferme.

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